PRIZZI. Chi era presente si è commosso, emozionato e forse è riuscito a respirare per un attimo con l’anima, un po’ dell’atmosfera magica che nella notte, di duemila anni fa, durante la venuta al mondo del Salvatore, ha avvolto la grotta di Betlemme. In centinaia hanno sfidato le temperature gelide della sera dell’Epifania per vedere i Re Magi fare ingresso ed attraversare a cavallo il percorso del presepe Vivente di Prizzi sino alla capanna dove ad attenderli c’èra la Sagra Famiglia col Bambin Gesù. Ancora una volta, l’ultima delle Ottava edizione della rievocazione della nascita di Gesù Bambino, nell’area tra le stradine della parte antica di “Prixix” sotto la maestosità della sua Torre Medievale è calato lo spirito del Natale. E’ grazie a questa edizione, che l’amministrazione comunale, in collaborazione con ben undici associazioni culturali prizzesi, ha portato a termine, curandola nei minimi particolari, che il Presepe di Prizzi si candida a diventare tra i più particolari e belli d’Italia. In un’atmosfera impregnata di mistero e sacralità centinaia di personaggi in veri abiti dell’epoca degli anni ‘40, nel cuore storico del paese, hanno animano i mestieri delle antiche botteghe artigiane, grazie all’utilizzo di piccoli e grandi attrezzi originali. E con loro, centinaia di visitatori, si sono fermati, nelle location per scambiare qualche parola, visto che le curiosità, per grandi e piccoli non sono mancate. Sono stati i “custodi” delle arti e dei mestieri del luogo come “u picuraru”, “la pastara”, “lu falegnami”, “la tissitrici” “lu scarparu”, “la lavannara”, l’oste ed ancora la ricamatrice, la massaia, il panettiere, il barbiere, il fabbro, ad accompagnare il visitatore tra suoni, profumi, sapori e melodie di strumenti dimenticati della tradizione artigianale ed agricolo – pastorale locale, che hanno dato l’impronta alle decine di degustazioni di prodotti tipici. Ricotta, zabbina, castagne, vino, pane con olio, vin brulè, hanno accompagnato alcuni piatti principi della cucina prizzese come la “Tabisca a vampa” le “Fave a vugghiuneddu”. Niente costumi e utensili rifatti o ricreati ma reali abiti e introvabili arnesi come telai per la tessitura, banchi per calzolai, forni a legna dell’epoca, attrezzi per il ricamo e della vita quotidiana di allora potranno sono sati rispolverati e toccati con mano dal visitatore lungo il percorso che porta alla grotta della Natività animato inoltre da veri animali da cortile, da soma e della tradizione pastorizia e agricola sicana. “Siamo soddisfatti. Abbiamo avuto più di cinquemila visitatori nonostante le condizioni metereologi che avverse. Un grazie a loro per averci scelto e un grazie a anche a tutti coloro a cui va il merito di questo successo” dice il sindaco Luigi Vallone. Un grazie di cuore ai tutti e arrivederci al prossimo Natale con la nona edizione del Presepe Vivente Prizzese.