PALERMO. "Sono un lavoratore dello spettacolo": così si definisce Mimmo Cuticchio, ramo portante di un'antica famiglia di pupari, erede e innovatore di una tradizione che affonda le sue radici in un terreno antico e spesso insidiato. Il teatro dell'Opera dei Pupi (dal 2008 Patrimono Orale e Immateriale dell'Umanità dell'Unesco) rinnovato dai Figli d'arte Cuticchio a Palermo si impone oggi nel paesaggio siciliano come un grande albero secolare, come i ficus di Piazza Marina, dal tronco vecchio e dai rami ancora rigogliosi, sempre ricchi di nuovi germogli, tenuto in vita unicamente dalla passione di un «puparo del ventunesimo secolo», la cui caparbietà e coerenza, unite ad un forte senso di appartenenza all'isola, sono esempio per le nuove e vecchie generazioni che nell'isola restano, fiduciose dell'amore di una terra che tanto dà e altrettanto toglie. Oggi i Figli d'Arte Cuticchio mettono in mostra la propria passione presso l'ex Noviziato dei Crociferi in via Torremuzza a Palermo con l'esposizione di Scene nuove per un teatro antico che raccoglie i fondali dipinti di alcuni spettacoli che Mimmo Cuticchio ha realizzato durante il suo percorso artistico, dagli anni ’70 al 2007. È una mostra che racconta il percorso di vita e di arte di una famiglia e di un uomo che è cresciuto con i pupi, suoi fratelli, vivi e operanti ancora oggi in uno spettacolo che coinvolge tutte le forme di comunicazione artistica, dal teatro alla musica, dalle arti visive alla letteratura, dalla piccola alla grande scena. ALTRE NOTIZIE NELLE PAGINE DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA