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Palermo, commerciante racconta: «Mi ha chiamato una cliente per dirmi della vetrina in frantumi»

Ormai non è un allarme, ma un’emergenza. Quasi non passa giorno in città senza che la banda spacca vetrine tenti nuovi colpi, che faccia danni, che fugga con bottini più o meno consistente. Forse è più di una banda, magari a volte è «soltanto» qualcuno che ci prova, e non sarebbe una buona notizia nemmeno questa, perché vuol dire che in giro ci sono una serie di emulatori ed emulazioni da prendere decisamente sul serio.

Gli ultimi colpi sono avvenuti nella notte tra mercoledì e ieri, ai danni di due coiffeur, il Nik Salon, di via Francesco Laurana, e il salone di Ivan Tropiano, in via Marchese Ugo, a pochi passi da via Libertà. Un terzo colpo, da Ferdico in via Alessandro La Marmora, è andato in fumo. Sui tre casi indaga la polizia che ha acquisito le immagini riprese da alcune telecamere. «Sono purtroppo cose che non dovrebbero succedere ma succedono in questa giungla di città che è diventata - dice Salvatore Nicchia, proprietario del Nik Salon -. Mi è arrivata la telefonata di una cliente che mi riferiva di aver visto la vetrina della mia attività in frantumi. Ho raggiunto il mio salone ed effettivamente ho visto che qualcuno aveva provato a entrare. Ho visionato le immagini delle telecamere che hanno inquadrato un giovane completamente travisato che prima ha provato a rompere l’ingresso con una pietra o una lastra di marmo, poi ha assestato due calci nel tentativo di sfondare la porta ma alla fine si è arreso. Alla fine, per fortuna, hanno danneggiato la vetrina ma non hanno portato via niente. Quello che è successo però rimane grave».

Il servizio completo di Luigi Ansaloni sul Giornale di Sicilia in edicola

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