Palermo, da un lato il Museo del Mare e dall'altro rifiuti e crimini: storia della via dell'Arsenale
Una rapina e un gatto cacciato e poi arrostito, nell'ultima settimana. In passato spesso fatti di cronaca, anche una rissa davanti a una discoteca nei mesi scorsi. E alberi in abbandono, rifiuti sparsi per terra. Sesso in auto davanti agli occhi dei residenti. E droga. Questa è via dell’Arsenale, a Palermo, zona Cantieri Navali. Anzi, la strada è una parallela della trafficata via dei Cantieri e funge da varco per i camion e i tir che devono imbarcarsi. Da anni è sotto la luce dei riflettori - si fa per dire, considerato che l’illuminazione è assente - per il degrado in cui versa. Alberi mai curati, fango e abbandoni sono una costante: quest’ultimi, soprattutto, trovano nell’oscurità permessa da lampioni non funzionanti il perfetto complice. L’assenza di telecamere di video sorveglianza e il buio che avvolge la via non appena cala il sole, sono la situazione perfetta per creare discariche in più punti della via. «È sempre sporco. La via è piena di abbandoni e raramente vengono a pulire», dicono dal Museo del Mare, che si trova alla fine della via, un piccolo gioiello circondato dal degrado. E poiché degrado chiama degrado, la zona negli ultimi tempi si è resa protagonista di alcune scene poco gradevoli. Le più recenti risalgono ai giorni scorsi, quando un ragazzo è stato aggredito e derubato da due uomini armati di coltello: secondo quanto riferito dalla vittima, due persone con volto coperto lo avrebbero avvicinato con una scusa, estraendo dalla tasca un grosso coltello e minacciandolo. Il bottino sarebbe stato soltanto il cellulare, considerato che la vittima non aveva con sé contanti. Nei giorni successivi, si sarebbe aperta la stagione della caccia: un uomo di origini ghanesi, che viveva da qualche settimana all’interno di un furgone bianco abbandonato nei pressi della ex Tirrenia, dopo vari tentativi è riuscito a catturare un gatto, ucciderlo e poi, dopo aver accesso un fuoco di fortuna, arrostirlo per farne carne commestibile. «Mohamed - così si chiama il ragazzo, che ora sembra sia in lizza per il rimpatrio poiché immigrato irregolare - viveva qui da qualche settimana - racconta Fabrizio Giordano, proprietario di un'officina proprio davanti alla Tirrenia -, non faceva male a nessuno. Si vedeva che aveva bisogno di aiuto e gli abbiamo regalato delle scarpe, qualche vestito e gli davamo del cibo». Mohamed era già stato portato in questura una volta, la settimana scorsa, perché aveva con sé un coltello: «Stava semplicemente facendo ciò che il Comune non fa da anni - prosegue scherzando Fabrizio Giordano -, stava diserbando il marciapiede». Dopo un circa un giorno, però, l’uomo era nuovamente li, in quella che stava ormai diventando la sua nuova casa. «Dove ora è pieno di ingombranti prima c’era il furgone, abbandonato li da circa 4 anni. Tutta quella roba si trovava li dentro: veniva utilizzato come cassonetto. Lui lo ha ripulito per poterci vivere o, almeno, dormire». Poi il fattaccio, che nella notte tra sabato e domenica l’ha visto protagonista. «Devo essere sincero, non ci credo che abbia fatto una cosa del genere - prosegue il meccanico - sicuramente però è un gesto di disperazione, di fame». «Il problema della zona - spiega Igor Gelarda, già consigliere comunale che negli anni si è molto battuto per via dell’Arsenale - è che non ci sono esercizi commerciali. La sera, dopo che i tir sono andati vai e la luce cala, diventa terra di nessuno. Inoltre, li c’è anche una scuola, l’Istituto comprensivo Karol Wojtyla, frequentata da oltre un centinaio di bambini e ragazzi. L’anno scorso con i residenti abbiamo presentato una petizione alla vecchia amministrazione per cercare di avere installate almeno delle telecamere. È una strada importante e centrale della città, non può rimanere così nell’abbandono». Le foto sono di Alessandro Fucarini