Palermo

Mercoledì 08 Maggio 2024

Mafia a Palermo: pioggia di condanne per le famiglie di Tommaso Natale, San Lorenzo e Zen

Giulio Caporrimo
Francesco Palumeri
Francesco Adelfio
Fabio Gloria
Vincenzo Taormina
Giuseppe Cusimano
Salvatore Fiorentino
Sebastiano Giordano
Francesco L’Abbate
Andrea Mancuso
Giuseppe Rizzuto
Fabio Ventimiglia
Vincenzo Billeci
Antonino Vitamia
Michele Zito

Duro colpo dalla procura di Palermo per i 15 imputati per mafia nel processo con rito abbreviato, nato dalle operazioni Bivio e Bivio 2 condotte dei carabinieri contro le famiglie di Tommaso Natale, San Lorenzo, Partanna Mondello e Zen. Hanno retto le accuse dei pubblici ministeri Dario Scaletta e Felice De Benedittis che hanno portato a 15 condanne e due assoluzioni. A Giulio Caporrimo, considerato il nuovo capo del mandamento, sono stati inflitti 16 anni. Le pene più alte: Antonino Vitamia (18 anni e 4 mesi), Francesco Palumeri (18 anni), Giuseppe Cusimano (17 anni e 4 mesi), Francesco Adelfio (14 anni e 8 mesi), Francesco L’Abbate (12 anni e 4 mesi), Sebastiano Giordano (9 anni e 4 mesi), Salvatore Fiorentino (8 anni e 8 mesi), Andrea Mancuso (13 anni), Michele Zito (10 anni e 8 mesi), Fabio Gloria (12 anni), Vincenzo Taormina (12 anni), Fabio Ventimiglia (6 anni), Giuseppe Rizzuto (8 anni e 8 mesi), Vincenzo Billeci (10 anni). Assolti Francesco Caporrimo e Pietro Ciaramitaro. L'operazione dei carabinieri fu messa a segno contro i boss e gregari delle famiglie di Tommaso Natale, San Lorenzo, Partanna Mondello e Zen. Nelle indagini sono state ricostruite dagli investigatori 19 estorsioni, tentate e consumate. Di queste, in sei hanno scelto di costituirsi parte civile. Tra le tre vittime il titolare di una ditta di impiantistica assistito dallo «Sportello di Solidarietà alle Vittime» e dalla Fai, rappresentati dagli avvocati Salvatore Forello e Valerio D’Antoni. Parte Civile anche il Comune di Palermo, avvocato Ettore Barcellona, Solidaria Sos Onlus ed Sos Impresa, avvocato Fausto Maria Amato, Centro studi Pio La Torre, avvocato Francesco Cutraro. Uno degli imprenditori è stato assistito nella denuncia dall'associazione Addiopizzo.

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