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Palermo, all'hospice dell'Ospedale Civico c'è la cucina e ai fornelli ci sono i pazienti

I sapori, i profumi, i colori rievocano i ricordi. Quelli belli, solitamente, quando si stava bene e si passava il tempo in cucina a preparare qualcosa di buono per far felice la famiglia. I figli tornavano da scuola e già dagli odori che sentivano per le scale capivano cosa avrebbero trovato in tavola. Una discussione tra padre e figlio cessava di esistere davanti ad una torta che allontanava i malumori e riportava l’armonia in casa. Questi sono alcuni dei ricordi dei pazienti ricoverati all’Hospice - Cure palliative dell'Ospedale Civico di Palermo che stanno partecipando ad un progetto voluto dallo staff medico e dall’assistente sociale, Valentina Martorana.

A mettersi ai fornelli sono proprio gli ospiti del reparto, coloro che hanno ancora la forza di muoversi e scendere dal letto. Vanno in cucina e preparano pranzi e cene per tutti, per gli altri ospiti ma anche per i medici e gli infermieri. Ciascuno ha un piatto che gli ricorda una persona, una parte di vita felice. E allora c’è chi impasta la farina e mette al forno i biscotti di frolla che la moglie gli aveva insegnato a fare, chi mette al primo posto su tutto la parmigiana di melenzane con il pomodoro rigorosamente fresco, e ancora lasagne, pasta al forno e gateaux con la mortadella.

Gli ingredienti a disposizione non sono solo quelli in dotazione alla mensa, ma anche quelli che acquistano i familiari dei pazienti e gli operatori sanitari. Tutti si mettono a disposizione affinché non manchi nulla, come nelle cucine dei grandi ristoranti dove i clienti possono permettersi di ordinare tutto. Quello dell’hospice, uno dei reparti più delicati e sensibili perché accoglie i malati terminali, non sarà un ristorante ma guardando come tutti si leccano i baffi davanti a quelle pietanze, si intende che il menu è davvero speciale. Perché non è fatto solo con ingredienti sani e di qualità ma anche e soprattutto perché dentro quei piatti c’è la voglia di fare di chi si sente ancora vivo e vuole fare qualcosa per gli altri.  Ci sono ancora le passioni, il desiderio di stupire e compiacere gli altri, c’è ancora voglia di vivere. Sparisce di colpo la sofferenza e non c’è tempo per pensare alla malattia. C’è solo il desiderio di stare insieme, viaggiare con la mente e ripercorrere i momenti felici della vita.

«Riemergono tanti ricordi - dice l’assistente sociale Valentina Martorana che sta seguendo i pazienti in questo nuovo progetto – cose che si pensava di aver dimenticato. Si condividono storie e aneddoti che fanno tornare il sorriso perché la vita va celebrata sempre, fino all’ultimo istante. Si uniscono i figli, i fratelli, gli altri componenti della famiglia, si cucina tutti insieme anche se alcuni tengono strette le loro ricette e vogliono continuare a mantenere il segreto sull’ingrediente che fa la differenza». Guarda compiaciuto la magia che si è creata dentro la cucina di quello che quasi non sembra più nemmeno un reparto ospedaliero, il medico Nuccio Pepe. «Sembra paradossale ma vi assicuro che qui si respira più vita di quanto possiate immaginare - spiega Pepe - anche chi sta vivendo gli ultimi momenti della sua esistenza, ha capacità di emozionarsi e può gioire. Ci prendiamo cura dei pazienti anche così, facendo rivivere i momenti felici e creandone insieme a loro di nuovi».

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