Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Palermo, al cimitero dei Rotoli alberi caduti per le radici tagliate

 
 
 
 
 
 
 
 

Per sistemare i morti stipati nei depositi si sono fatte fosse tanto profonde da potere contenere i loculi ipogei in cemento, uno sopra l’altro, a file di due. Peccato che per trovare lo spazio, in lungo e in largo, le maestranze del Comune abbiano tagliato porzioni importanti delle radici di alberi e cipressi che ora, senza equilibrio, sono caduti su viali e sepolture stesse. Quelli pericolanti sarebbero decine e decine, domani il sopralluogo per arginare i danni o sarà chiusura prolungata. Di eterno c’è solo la morte, se non fosse che gli umani, ignoranti o pasticcioni è da capire, continuano a disturbare la quiete dei defunti anche quando sono già sottoterra. Al cimitero dei Rotoli c’è il balletto tra cancelli aperti o chiusi, come se ci volesse uno scienziato per vedere che gli alberi sradicati sono finiti sulle sepolture, rompendo le lapidi in marmo e affondando i rami trasformati in spade perfino sulle bare: spaccate, violate e con il caro estinto purtroppo con i piedi a vista. È l’ultimo capitolo della sagra delle incompetenze, dei ritardi, dei «si fa» ma non si sa come e quando, degli eterni (questi sì) rimpalli di responsabilità tra uffici, amministratori, capo area, assessori di turno. E sindaco, che ne ha mantenuto per mesi la delega e che ha sopperito quasi a fine corsa con ordinanze e provvedimenti tappabuchi. Allo scempio delle bare accatastate nei depositi e adesso perfino qualcuna fuori dalla protezione solare delle tendopoli e in bella vista (se chiedi quante sono, rispondono che non si tiene più il conto), si aggiungono il degrado e la scoperta di interventi a dir poco inopportuni o fatti a casaccio durante l’emergenza per il Covid 19. Gli accenni di quello che si paventa come un buon motivo per chiudere il camposanto, senza che nessuno decida, un attimo dopo di riaprirlo, vengono dai sopralluoghi dei tecnici del Comune durante il week- end. Il dirigente del settore Ville e Giardini, Francesco La Mantia, dovrà tornare tra i viali di Vergine Maria per mettere nero su bianco «l’estensione della pericolosità» legata appunto alla presenza di alberi già per metà staccati dal terreno e pronti a piombare sui visitatori. Da quelli già crollati, è apparso comunque evidente un fatto: numerose radici apparivano recise per metà (quindi senza più equilibrio e staticità, mancandone una porzione), nelle sezioni dove le maestranze comunali hanno scavato i fossi per sistemate i 250 loculi ipogei: tombe in cemento, calate nella terra, una sopra l’altra, a file di due. Gli altri 180 sono tuttora parcheggiati nei viali, dove rischiano di rimanere ancora a lungo. Il prezzo da pagare, per ciascun defunto, è pari a quello stabilito per le inumazioni: 164 euro. Ebbene, prendendo a esempio le sezioni 130 e 131, dove in 450 metri quadrati sono stati collocati una ottantina di defunti con gli ipogei. Nello stesso spazio, scegliendo invece di costruire sepolture gentilizie, si sarebbero potuti sistemare in 630. E il Comune avrebbe potuto poi scegliere liberamente che tariffa adottare. Invece, oggi, c’è il rischio della chiusura prolungata. «La prima cosa che chiediamo sono le dimissioni del direttore di questo cimitero, che sta dimostrando di non essere all'altezza del suo compito - dichiara il capogruppo della Lega Prima l'Italia, Igor Gelarda, che ieri mattina ha fatto un sopralluogo nel camposanto con i tecnici dell’Edilizia privata -. Il cimitero deve stare aperto ma in sicurezza. Ci sono decine di altri alberi ai quali sono stati danneggiate le radici e che rischiano di cadere; sono stati semplicemente delimitati da una striscia rossa in maniera ridicola. Ci vuole un intervento immediato per tagliarli e rimuoverli. È incredibile che nonostante l'arrivo dei due milioni, grazie a un emendamento della Lega, la situazione non sia migliorata, ma anzi sia nettamente peggiorata». I depositi sono tornati a riempirsi illimitatamente. Eppure ci sarebbe grande difficoltà dell’Amministrazione nel portare altre bare: restano momentaneamente in lista d’attesa della sistemazione sui pavimenti, figuriamoci di cosa stiamo parlando, molti defunti negli ospedali poi portati nelle camere mortuarie o obitori. Dove stazionano, per giorni, con effetti facilmente immaginabili anche sulla organizzazione sanitaria dei nosocomi. Intanto, nonostante la grave situazione, il cimitero non ha fatto alcuna non stop: i fiorai protestano per il calo di vendite, i visitatori vogliono andare a piangere i loro cari. Il rispetto per il dolore supera la logica delle cose, «cose» che però pendono sulla testa di chi, tra quei viali, continua sospirando a camminare.

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