Palermo

Venerdì 03 Maggio 2024

L'assalto dei no green pass alla Cgil di Roma, chiesti 8 anni per il leader palermitano di Forza Nuova

Massimiliano Ursino
Anche la Cgil finisce nel mirino della rabbia del popolo no green pass. La sede del più antico sindacato del Paese è stata presa d’assalto da un gruppo di manifestanti che si è staccato del corteo non autorizzato e ha puntato diretto verso l’edificio di Corso Italia, guidato dagli esponenti di Forza Nuova. I manifestanti sono riusciti a forzare l’ingresso entrando all’interno dell’edificio al grido “libertà, libertà“. Un’azione violenta, che ha riportato subito alla mente gli anni dello squadrismo nero e contro la quale si è alzata unanime la condanna della politica e di tutte le cariche istituzionali, dal capo dello Stato Sergio Mattarella al presidente del consiglio Mario Draghi. La Cgil non si lascia intimidire: promette “Resisteremo“ e convoca d’urgenza l’assemblea generale.FACEBOOK FILLEA CGIL/MARCO MERLINI+++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO’ ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ ++HO NO SALES EDITORIAL USE ONLY +++
Roberto Fiore alla manifestazione dei No Green Pass, Roma, 9 ottobre 2021
L’estremista Giuliano Castellino
Un uomo lancia una pala in direzione delle forze dell’ordine durante gli scontri a margine della manifestazione contro il green pass nel centro di Roma, 09 ottobre 2021. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Gli scontri

Hanno avuto «un ruolo attivo e primario» nel blitz alla sede della Cgil avvenuto il 9 ottobre scorso a Roma nell’ambito di una manifestazione indetta per protestare contro il green pass. Per questo la Procura ha sollecitato pesanti condanne, con pene comprese tra gli 8 e i 6 anni e mezzo, nei confronti di sei persone finite nel registro degli indagati con l’accusa di devastazione e resistenza a pubblico ufficiale. Si tratta di sei posizioni, tra cui quella di Fabio Corradetti, figlio della compagna di Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova, già a processo con rito ordinario, che hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena di un terzo rispetto al massimo edittale. Oltre a Corradetti, il pm Gianfederica Dito ha sollecitato una condanna a 8 anni anche per Massimiliano Ursino, leader palermitano di Forza Nuova. Durante l'interrogatorio di garanzia, Ursino ha sostenuto di essere estraneo all'assalto della sede della Cgil. Ad incastrarlo però ci sarebbe un video, che lo riprenderebbe durante la devastazione nel palazzo di corso d'Italia. Nel procedimento, così come avvenuto nel processo con rito ordinario in cui è imputato anche lo storico leader di Fn, Roberto Fiore, si sono costituite parte civile la Cgil e l’Associazione nazionale partigiani. Secondo quanto accertato, Corradetti faceva parte di un gruppo composto da circa 50 persone «che aveva avuto un ruolo decisivo nel creare criticità per l’ordine e la sicurezza pubblica» e per «produrre violenti scontri, in particolare tra coloro che avevano forzato gli sbarramenti a Piazzale Flaminio», come scrissero i giudici del tribunale collegiale nel provvedimento con cui ribadirono il carcere per il ventenne. La sentenza per i sei è prevista per il prossimo 7 giugno mentre tra pochi giorni, il 28 marzo, riprende davanti ai giudici della prima sezione collegiale il procedimento principale che vede imputate complessivamente otto persone. Per alcuni di loro i pm di piazzale Clodio contestano anche il reato di istigazione a delinquere. Nella prossima udienza dovrebbe aprirsi il dibattimento ma le difese hanno già annunciato una serie di eccezioni preliminari. Nella lista testi depositate sono citati, tra gli altri, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il parlamentare Vittorio Sgarbi e il segretario della Cgil, Maurizio Landini. Oltre Fiore e Castellino a processo anche l’ex Nar, Luigi Aronica e la militante di Fn, Pamela Testa. Secondo l’impianto accusatorio nel blitz di Corso d’Italia fu Fiore ad avere il ruolo di leader. Agli atti dell’indagine anche una serie di testimonianze tra cui quella di alcuni operatori di polizia a cui Castellino si rivolge affermando: «Portateci da Landini o lo andiamo a prendere noi».

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