Aveva solo 45 anni Monia Rizzuto, l'imprenditrice palermitana, morta dopo aver lottato contro una malattia, che in poco tempo l'ha portata via. Occhi verdi e un sorriso sempre stampato sul volto, creò i marchi "Il mostro" e “Trench”. Appassionata di moda da sempre, era molto conosciuta nel capoluogo dove gestiva i negozi tra via Gaetano Daita e corso Finocchiaro Aprile. Ai funerali, nella chiesa di Santa Silvia, a piangerla insieme ai fratelli Massimo e Roberto, tanti amici e colleghi del mondo della moda. Nel corso dell'omelia il sacerdote ricorda ai presenti che commemorare significa rendere presente: “Siamo qui per vivere nella presenza di Monia. Siamo davanti a un bivio o tutto finisce qui o tutto inizia da qui. Sta a noi decidere”. La Chiesa è piena, in tanti rimangono fuori in piedi con il loro dolore. Ci sono gli amici di famiglia, le amiche di infanzia, i compagni di classe. “Era una bella persona – commenta una compagna del liceo – solare, sempre che rideva. Un vero peccato sia andata via”. “Guardi la bara e non ci credi – commenta una signora dagli alti stivaletti neri, con un fazzoletto in mano – non riesco a realizzare ci sia lei lì dentro”. Prima di concludere la cerimonia, suona da un cellulare, amplificata, la canzone di Irama. Il fratello Roberto vuole salutarla con “Ovunque sarai”, quando l'ha sentita in gara quest'anno a Sanremo le piaceva tanto, aveva scoperto di essere malata da pochissimo. Poi, un lunghissimo applauso. Il conforto di amici e parenti, per Massimo e Roberto che con la morte hanno dovuto fare i conti più volte, dalla prematura scomparsa della mamma, a quella, più recente, della moglie di Massimo, Giulia. “Devo andare con mia sorella – insiste Roberto, e sale nell'auto funebre – voglio andare con lei”. Due bellissimi occhi azzurri ma uno sguardo distrutto. A coprire il dolore, nemmeno un paio di occhiali da sole.