Nuovo atto vandalico alla scuola Falcone di Palermo, la preside: "Non comprendo tanta violenza"
L'Istituto comprensivo Giovanni Falcone di via Pensabene allo Zen a Palermo si è svegliato stamattina con un'amara sorpresa. I locali della scuola sono stati nuovamente vandalizzati. Le foto mostrano banchi e cattedre rovesciati, fogli e materiale scolastico sparsi per le aule, vetri infranti e finestre rotte. L'atto vandalico potrebbe essere accaduto in un arco temporale che va da venerdì alla notte scorsa. L’ultima volta nella scuola erano stati rubati i motori dell’acqua e il plesso era stato allagato. "Purtroppo in passato si era detto che si doveva realizzare un impianto di videosorveglianza, ma poi non se n'è fatto più nulla. Tanti si erano proposti ma poi spenti i riflettori nessuno si è più presentato". È amareggiata la dirigente scolastica Daniela Lo Verde. "Non riesco ancora a comprendere tanta violenza. La scuola è stata seriamente danneggiata. Abbiamo visto vetri rotti, armadi e sedie rovesciati - dice la preside che proprio in questi giorni aveva ricevuto dal presidente della Repubblica un prestigioso riconoscimento - Al primo piano ci sono escrementi sparsi tra aule e corridoio. Non comprendo ancora il motivo di tanta violenza". La preside che era in commissione d'esami all'Ascione di Borgo Nuovo è stata chiamata ed è arrivata nel plesso scolastico. Qui ha trovato la polizia scientifica che sta eseguendo le ricerche di tracce per risalire agli autori dell'ennesimo attacco alla scuola che ospita ventuno classi di scuola primaria e quattro di scuola dell'infanzia. Da chiarire anche quando sia avvenuto il raid vandalico visto che l'ultimo collaboratore scolastico era uscito venerdì pomeriggio. A fine aprile, in pieno lockdown, i ladri, dopo aver scavalcato un cancello, erano entrati in uno scantinato utilizzato come locale tecnico riuscendo a portare via alcuni motorini dell'acqua e allagando tutto. Anche in quell'occasione ad accorgersi del furto, la mattina successiva all'incursione, erano stati i collaboratori scolastici che hanno avvisato la preside e la polizia. Forse in quella occasione i ladri cercavano i tantissimi computer che l'Italia aveva regalato alla scuola e che erano arrivati con un Tir. I computer non erano nella scuola, ma nascosti altrove. Adesso l'ennesima aggressione.