La Cassazione conferma in grandissima parte la sentenza della corte d’appello di Palermo che ha portato a condanne a oltre tre secoli di carcere per boss, gregari ed estortori del clan palermitano dei boss Lo Piccolo. Il processo nasce dall'inchiesta Addiopizzo 5.
Confermate le condanne di Salvatore Baucina, che ha avuto 17 anni in continuazione; Anello Cusimano, condannato a sei anni e sei mesi; Nicolò Cusimano e Fabio Daricca 10 anni e mezzo; Francesco Paolo Di Piazza 12 anni, Vito Mario Palazzolo 16 anni; Nunzio Serio 19 anni e 6 mesi, il pentito Francesco Giuseppe Briguglio 4 mesi in continuazione, Pietro Cinà 18 anni in continuazione, Giovanni Corrao 5 anni e 2 mesi, Lorenzo Di Maggio 13 anni, Giuseppe Enea 4 anni e 2 mesi. In appello avevano avuto 30 anni ciascuno i capimafia Salvatore e Sandro Lo Piccolo che non hanno fatto ricorso in Cassazione. Il verdetto quindi per loro era già definitivo.
La condanna a Salvatore D'Anna è stata annullata con rinvio. Per Mario Biondo, Pietro Bruno, Giuseppe Lo Cascio, Giuseppe Di Bella, Michele Acquisto, Gaspare Messina, Filippo Lo Piccolo e Domenico Ciaramitaro i giudici hanno rinviato solo per il ricalcolo della pena. Nella sentenza sono stati confermati i risarcimenti per le parti civili, fra le quali c'era l'imprenditore Vincenzo Rizzacasa, precedentemente accusato di collusioni mafiose. Risarciti anche la Presidenza del Consiglio e il ministero dell'Economia, la Presidenza della Regione siciliana, l'Area di sviluppo industriale, le associazioni Antiracket e antiusura, Fai, la Lega delle cooperative, Solidaria, Libero Futuro e Addiopizzo, il Centro Pio La Torre, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, gli imprenditori che si sono costituiti contro il racket estortori e i Comuni di Capaci, Cinisi, Terrasini e Isola delle Femmine.
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