Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Patenti facili a Palermo, ecco chi sono i condannati in via definitiva

Sergio Maria Giovanni Cinà
Alfredo Maurizio Valenza
Antonino Loria
Antonino Nobile
Francesca Schicchi
Francesco La Porta
Giovanna Passavia
Giovanni Battista Valenza
Giuseppe Coltelluccio
Giuseppe Licata
Giuseppe Maria Valenza
Massimo Musotto
Michele Cardinale
Paolo Bruno
Paolo Coniglio
Rosa Provino
Salvatore Di Benedetto
Salvatore Nave
Salvatore Saitta
Sergio Bosco

PALERMO. Dice di andare in cella da innocente, Antonino Nobile: dovrà scontare otto anni e nove mesi, a cui va sottratto circa un anno, da lui già trascorso fra carcere e arresti domiciliari. È accusato, da funzionario della Motorizzazione civile, di avere «aggiustato» esami per le patenti, permessi speciali per gli automezzi, modifiche e revisioni. Tutto in cambio di denaro, in combutta con altri impiegati e con i titolari di alcune autoscuole. Con lui la sesta sezione della Cassazione, nel processo denominato «Easy driver» (51 arresti a gennaio 2011), ha condannato in tutto 21 persone: un paio a pene appena sopra la soglia della condizionale, ma non andranno in carcere perché sono comunque sotto i tre anni e potranno ottenere misure alternative alla detenzione; gli altri 18 fruiranno invece della sospensione, perché devono scontare meno di due anni. Ci sono poi quattro imputati, che se la cavano invece per un cavillo: non avevano rinunciato alla presenza in aula, ma una citazione errata aveva impedito loro di andare in udienza. Il processo sarebbe da rifare, ma per loro scatta la prescrizione. Oltre a Nobile (8 anni e 9 mesi) ci sono Sergio Bosco e Giuseppe Licata, che hanno avuto 2 anni e 8 mesi ciascuno; poi Francesca Schicchi, un anno e 9 mesi; Paolo Bruno, Sergio Maria Giovanni Cinà, Paolo Coniglio, Salvatore Di Benedetto, Francesco La Porta, Antonino Loria, Massimo Musotto, Salvatore Nave, Giovanna Passavia, Rosa Provino, Salvatore Saitta, Alfredo Maurizio Valenza, Giovanni Battista Valenza, Giuseppe Maria Valenza e Michele Cardinale: per loro la pena è di un anno e 4 mesi ciascuno; Giuseppe Coltelluccio, un anno; Giuseppe Messina, 4 mesi. Salvati dal cavillo L’annullamento senza rinvio e la conseguente prescrizione sono scattati per Antonino Filippone, che era stato condannato a un anno e 4 mesi, per Rosario Sole e Giuseppe Sole (11 mesi) e per Giuseppe Patti (4 mesi). I loro difensori, gli avvocati Roberto Ferrara, Fabio Vanella, Michele De Stefani e Alessandro Ticli hanno fatto valere le norme garantiste sul diritto di difesa: nel giudizio di appello, concluso il 19 maggio dell’anno scorso, avevano eccepito la nullità di un paio di udienze, alle quali i loro assistiti non avevano potuto partecipare perché non risultava che fossero stati citati regolarmente. La seconda sezione della Corte d’appello aveva respinto la richiesta e anche su questo gli avvocati De Stefani, Ticli, Ferrara e Vanella avevano centrato il loro ricorso. Gli imputati sono titolari delle autoscuole Nuvolari di Bagheria (Filippone), La Moderna di Finale di Pollina (Patti) e dell’agenzia per il disbrigo di pratiche automobilistiche Uapa ( i due Sole). Gli altri imputati non ricorrenti In sei non avevano fatto ricorso e per loro la decisione era già definitiva: nessuno andrà in cella. Al giudizio di fronte alla Suprema Corte non hanno partecipato Salvatore Speciale (condannato a un anno e 10 mesi), Giuseppe Castronovo (un anno e 8 mesi), Lorenzo Gambino, Tommaso Lo Porto e Marcello Di Benedetto, un anno e 4 mesi a testa, e Antonino Clemente, che aveva avuto solo 3 mesi. Unico assolto, nel processo, e già in primo grado, Salvatore Terranova. Nella ricostruzione del pm Amelia Luise e della Squadra mobile, che aveva effettuato intercettazioni audio e video, con telecamere nascoste negli uffici della Motorizzazione, a Nobile i soldi arrivavano all’interno di pacchetti di sigarette e lattine, oppure venivano lasciati nei cassetti aperti. Il funzionario avrebbe intascato cento euro, in media, per dare corsie preferenziali alle pratiche «raccomandate»: così, a poco a poco, aveva incassato migliaia e migliaia di euro. Nel corso dell’indagine e del processo aveva fatto ammissioni parziali, poi ritrattate. Ieri, prima di costituirsi, ha ribadito di non avere preso soldi: «Ero un funzionario efficiente e chiudevo le pratiche nei tempi giusti e in modo regolare. Nessun obolo, nessuna regalia».

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