Palermo

Venerdì 03 Maggio 2024

Duplice omicidio del Borgo a Palermo: condanna definitiva per i Cinà - Foto

Gaetano Vincenzo Cinà (imputato)
Massimiliano Cinà (imputato)
Francesco Cinà (imputato)
Antonino Lupo (vittima)
Vincenzo Chiovaro (vittima)

PALERMO. La Cassazione ha confermato la sentenza con la quale la corte d'assise d'appello di Palermo aveva condannato a 14 anni ciascuno Gaetano e Massimiliano Cinà (padre e figlio). Era stato assolto l'altro figlio di Gaetano, Francesco Cinà. Erano accusati - come si legge sul Giornale di Sicilia in edicola - dell'omicidio di Vincenzo Chiovaro e Antonino Lupo, accoltellati nella piazza del Borgo Vecchio, a Palermo il 23 aprile 2002. Ha tenuto la seconda sentenza di secondo grado (la Cassazione aveva in precedenza annullato con rinvio) che aveva rigettato le tesi del teste Fabio Nuccio e dei pentiti Giovanna Galatolo e Francesco Chiarello. I giudici avevano anche inviato gli atti in Procura perché valutasse se procedere per falsa testimonianza. Già la Procura generale aveva giudicato inattendibili le versioni di Nuccio, fratello del pentito Antonio, e di Giovanna Galatolo, mentre aveva parzialmente accolto la versione di Chiarello. Secondo Chiarello, i Cinà avrebbero punito con il sangue le molestie delle due vittime nei confronti della figlia di Massimiliano Cinà. Molte discrepanze, però, tra la dinamica dei fatti raccontata da Chiarello e i rilievi della scientifica. Per la corte quindi l'omicidio fu la reazione a un furto. Le vittime rubavano scooter e poi chiedevano il riscatto.

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