PALERMO. Il ribaltone riesce quasi per intero all'accusa: quattro dei sei imputati assolti in primo grado vengono condannati a pene pesanti, per un traffico di droga scoperto con due sequestri di stupefacenti, avvenuto a Tremonzelli e Buonfornello, tra il 2008 e il 2010.
Le località in cui fu trovata la droga ha radicato la competenza del primo grado di giudizio a Termini Imerese, ma palermitani sono tutti i protagonisti di questa storia: e si tratta anche di boss di prima grandezza, come Tommaso Di Giovanni, uno dei capi di Porta Nuova, per il quale l'assoluzione decisa il 18 luglio 2014 dal Gup termitano Stefania Gallì è stata confermata; sentenza dello stesso segno peril napoletano Nicola Porcelli, mentre le condanne riguardano, fra gli altri, un secondo pezzo grosso come Guido Spina, considerato il capomafia dello Zen, che ha avuto otto anni e quattro mesi. Pene meno consistenti, ma comunque elevate, per Vincenzo Cosenza e Pietro Vitale (genero di Spina), che hanno avuto quattro anni e otto mesi a testa, e per Angelo Mendola (quattro anni).
La sentenza è della quarta sezione della Corte d'appello, presieduta da Mario Fontana: accolte le tesi e le richieste del sostituto procuratore generale Anna Palma, che ha sostenuto il ricorso presentato dalla Procura di Termini, diretta da Alfredo Morvillo.
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