Cartelle «blindate» tra tanti posacenere: ecco gli uffici bunker di Falcone e Borsellino - Foto e video
PALERMO. Ci sono talmente tanti posacenere – persino uno da poltrona – che sembra di sentire l’odore del fumo. Guardando le vecchie macchine da scrivere, con le quali sono state scritte alcune delle ordinanze che hanno cambiato il corso della lotta alla mafia, pare di vedere le mani picchiare sui tasti, sentirne il rumore. Ci sono le cartelle «blindate», quelle che pur non potendo contenere un fascicolo degno di questo nome avrebbero dovuto servire a pararsi la testa in caso di attacchi armati. C’è una penna, quella con cui in gran segreto vennero probabilmente raccolte le prime dichiarazioni di Tommaso Buscetta. C’è il modellino di un elicottero, due anatre in ceramica sulla scrivania e decine di assegni sequestrati, emblema di quel «seguire i soldi» che consentì una svolta epocale nelle indagini contro Cosa nostra. Ci sono le poltrone, persino una bottiglia di whisky. Perché Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano umani e il museo che ieri mattina è stato inaugurato nel «bunkerino» al piano ammezzato del palazzo di giustizia, in cui lavorarono dalla seconda metà del 1983, racconta proprio questo: l’umanità, la quotidianità, la normalità di due figure diventate eroiche loro malgrado, perché facevano semplicemente il loro dovere, anche in quell’ufficio, prima di essere trucidate in due diverse e terribili stragi nel 1992. Le due stanze, in cui è rimasto il vecchio impianto di protezione (telecamere con monitor nella stanza di Falcone e un quadro con tutta una serie di spie che oggi sono diventate incomprensibili), dopo essere state utilizzate «come sgabuzzino» - così ha detto il presidente della Corte d’Appello, Gioacchino Natoli - in questi mesi sono state recuperate. Con arredi ed oggetti, appunti e atti giudiziari, che furono dei due magistrati. Il museo sarà aperto a tutti, «soprattutto ai giovani», ha rimarcato Matteo Frasca, presidente distrettuale dell’Anm, che ha fatto propria l’iniziativa. (*FOTO STUDIO CAMERA*) DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA L'EDIZIONE DI AGRIGENTO DEL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE