Il Collettivo universitario autonomo e il collettivo Studenti MediPalermo hanno occupato il Polididattico di viale delleScienze, sede predestinata per la prima sessione della stagione deitest d’ingresso alle facoltà a numero chiuso, al fine di contestare ilnumero di posti limitato nella totalità delle facoltà dell’Ateneopalermitano quindi il diritto negato ad un’istruzione accessibile atutti.
Gli studenti hanno aperto ed esposto in più parti dello stabile degli striscioni con su scritto “Diritto allo studio negato. Test d’ingresso furto legalizzato“ e hanno dato via ad un’azione comunicativa davanti gli ingressi bloccando letteralmente l’inizio dei test.
Dura larisposta della sorveglianza ma di totale consenso e assenso quella deicirca 2.000 studenti candidati ai test che hanno appoggiato e difesol’iniziativa del collettivo. “Il no al numero chiuso e l’azione distamani esprime il nostro assoluto dissenso all’attuale forma che haassunto l’università sempre più inaccessibile e lontana dai realibisogni degli studenti e che vede e produce la negazione del dirittoalla formazione universitaria per migliaia di giovani la cui unicacolpa è l’impossibilità di sostenere gli enormi costi che gli sipresentano dinanzi.
Siamo pienamente coscienti del fatto che la misuradel numero chiuso altro non è che un modo per giustificare le politichedi austerity e impoverimento della governance accademica che, attraversocosti sempre più insostenibili e parametri valutativi d’accessocriminali, nega la possibilità di affrontare il percorso di studiuniversitari“ afferma Gianmarco Codraro del collettivo universitarioautonomo.
I 55 euro necessari all’iscrizione per i test d’ingresso allefacoltà a numero chiuso da una parte vanno a riempire le cassedell’Ateneo palermitano,incapace peraltro di offrire servizi e offertaformativa adeguati, dall’altro fungono da selezionatore socialedeterminando un restringimento dell’accesso all’Università in base aparametri di natura esclusivamente economica. Insomma un vero e propriofurto legalizzato. Davanti a questo stato di cose che prende forma permano di una classe dirigente che vuol condannarci a un futuro diprecarietà e sfruttamento la sola possibilità di modifica reale laavvertiamo nella capacità di autonomia effettiva del soggettostudentesco,il cui compito è far valere il ruolo e il peso centrale chericopre all’interno dell’Università-fabbrica in contrapposizione a chiquotidianamente nega diritti e esigenze primarie” continua GianmarcoCodraro portavoce del collettivo universitario autonomo.
Caricamento commenti
Commenta la notizia