Palermo

Sabato 04 Maggio 2024

Tombini, furti senza fine a Palermo

I furti di tombini in ghisa e ferro sono un fenomeno in crescente aumento in città, così come nel resto di Italia. Nel mirino questa volta i tombini e alcune griglie delle caditoie, destinate allo scolo e alla raccolta delle acque pluviali, all’interno del parcheggio di via Tritone, nella borgata marinara di Sferracavallo. I primi fenomeni in città fecero pensare all’opera di bulli, o episodi casuali limitati alla sola periferia. Una conclusione suggerita anche da un mercato poco fiorente che ha poco a che fare con quello d’oro del rame, pagato anche 10 euro al chilo. Per i predoni della ghisa invece il bottino è assai scarso, aggirandosi intorno a 50 centesimi di euro al chilo: da 30 a 50 tombini, circa una tonnellata, per guadagnare da 300 euro sino a un massimo di 500. La difficoltà sta poi nella rivendita, gli unici disposti ad acquistare la refurtiva sono piccoli commercianti di rottami metallici pronti a chiudere un occhio sulla provenienza illecita del materiale, che dopo essere stato acquistato viene fuso. Ma se il guadagno è bassissimo, meno di cinque euro a pezzo, non lo sono altrettanto i costi per le amministrazioni costrette a sborsare da 200 a 500 euro per ogni sostituzione, contando anche i costi della manodopera. Un esborso annuo non indifferente, oltre a essere un pericolo per i cittadini e la viabilità. Dopo il furto l’Amministrazione si occupa di transennare e segnalare il tombino non ancora sostituito, molto spesso trascorrono anche diverse settimane, ma talvolta in alcune zone con scarsa visibilità le ‘buche’ si trasformano in pericolose trappole per i guidatori. Il fenomeno è purtroppo comune a molte città italiane: Roma in testa con oltre mille tombini rubati nel solo 2012. Alcuni comuni sono corsi ai ripari mettendo in atto modelli antifurto, talvolta costosi ma almeno efficienti: griglie dotate di particolari chiavi, tombini imbullonati che possono essere soltanto sollevati, o chiusini incernierati al cemento. C’è chi poi è ricorso a espedienti più fantasiosi che ricordano le serie tv americane, prevedendo addirittura una taglia di 5mila euro come ricompensa a chiunque fornisca elementi utili per rintracciare i predoni di tombini. Un annuncio che arriva dall’alta Brianza, dal comune di Seveso per l’esattezza, a causa dell’inarrestabile ondata di furti di tombini. Mentre nella terra di Sherlock Holmes si è addirittura istituita un’unità speciale all’interno di Scotland Yard addetta a indagare sui furti di metalli, dopo i continui furti di rame, bronzo e piombo, richiestissimi sul mercato internazionale soprattutto quello cinese. A farne le spese addirittura delle prestigiose opere d’arte e monumenti storici: nel 2011 una banda di malfattori aveva fatto irruzione dentro il Dulwich Park a sud di Londra rubando una imponente scultura di bronzo opera di Barbara Hepworth. La statua alta oltre due metri era stata trafugata in blocchi per essere fusa e venduta, come era già accaduto anni prima con il furto della ‘Reclining figure’, scultura in bronzo realizzata negli anni ’70 da Henry Moore, posta nel cortile della Henry Moore Foundation, museo intitolato allo stesso artista. Il valore della scultura, alta tre metri e pesante oltre due tonnellate, era stato stimato intorno ai 4,5 milioni di euro (servizio a cura di Rossella Puccio).
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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