C’è un legame che unisce il colore alle emozioni, le emozioni alla musica, la musica al colore come in un cerchio magico. Prendete il rosso: in parole musicali, Kandinskij lo definisce una grancassa, per quel suo suono pieno e profondo, di carattere. Quello che si spande nelle foto di Giovanni Pepi, che costituiscono la mostra Di rosso in rosso (da ieri presso lo spazio dell’antiquario Francesco Lupo, corso Calatafimi, 137), è vitale, caldo, irrequieto. Quel rosso canta sugli abiti - particolare di un look sexy ed elegante che sfida Marilyn Monroe e la signora in rosso Kelly Le Brock - s’infila tra le pieghe e gli incroci fino a farti sentire il fruscio di seta rossa, compone un dialogo silenzioso. Esplode: la divisa è un soffio di patriottismo, i pistilli sembrano spighe fiammanti. Comprendere un colore risulta, allora, un gioco all’infinito: e Pepi non si limita al colore, apre la propria attenzione a un’espressione sociale e culturale di esso, il colore delle stoffe e delle uniformi, della natura. Non è un caso se, nel suo cerchio dei colori, Goethe abbia collocato il rosso nel punto di intersezione tra la fantasia e la ragione, con l’aggettivo attributivo: bello. Quel bello che sta nella sua ambivalenza: amore e guerra, peccato e fede. L’omaggio cromatico di Pepi lo dimostra: ogni scatto determina uno stato d’animo e un insieme di emozioni. Tutte differenti. Tutte fiammeggianti. (Testo di Antonella Filippi).
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