La terza edizione della mostra cinematografica Scoprir presso l’Instituto Cervantes di Palermo, ideata dall’Instituto Cervantes di Roma, torna dal 21 al 25 novembre con due proiezioni al giorno pomeridiane (ore 17 e 18.30) ospitata all’interno della Chiesa di Santa Eulalia dei Catalani (via Argenteria, 33). Si tratta di un’ampia vetrina, che offre al pubblico un panorama multiculturale del mondo ispanoamericano e della sua vivace scena cinematografica anno dopo anno. «Per l'Instituto Cervantes di Palermo è un onore poter proiettare un altro anno Scoprir, mostra di cinema iberoamericano, che è diventata un punto di riferimento per il cinema di lingua spagnola a livello italiano», dichiara il direttore Juan Carlos Reche. «Tutte le proiezioni, in versione originale con sottotitoli in italiano, sono il frutto della collaborazione dell'Instituto Cervantes con le ambasciate latinoamericane presenti in Italia. In questa occasione, grazie alle ambasciate coinvolte, offriremo una panoramica della cinematografia recente di questi paesi, che difficilmente trovano spazio nella programmazione dei cinema italiani», aggiunge. Organizzata in collaborazione con le ambasciate in Italia di Cile, Colombia, Ecuador, Messico, Panama, Perú, Repubblica Dominicana, Uruguay, la mostra presenta quest’anno nove opere in lingua originale con sottotitoli in italiano, in rappresentanza di altrettanti paesi. Si comincia domani, lunedì 21 novembre (ore 18.30), con Destello bravío, della regista spagnola Ainhoa Rodríguez. Protagoniste del film sono le donne di una cittadina di una spopolata area rurale spagnola che vivono tra l’apatia della vita quotidiana, in cui non succede mai niente, e un profondo desiderio di esperienze liberatorie. Saranno proprio i loro bisogni segreti e repressi a spingerle a ribellarsi alla loro routine. Da martedì 22 novembre doppio appuntamento, alle 17 e 18.30. La prima proiezione è quella del film cileno Date una vuelta en el aire, regia di Cristián Sánchez. Uno studente brillante in matematica, ma che ama l'arte, un uomo d'affari feticista che colleziona foto di ragazze e un ossessivo addetto alle pulizie auto che scrive opere teatrali per hobby vengono attirati, come dal canto delle sirene, nel casale di un centro culturale. Lì, una donna, che sembra comportarsi come una veggente, li esorta a trovare un albero centenario piantato su un antico luogo di culto indigeno. A seguire il film messicano Observar las aves di Andrea Martínez Crowther. In uno stile di falso documentario la pellicola ritrae la vita di Lena Daerna, una rinomata accademica a cui è stato diagnosticato l'Alzheimer. Interessata a lasciare il proprio ricordo di fronte alla sua malattia, decide di realizzare registrazioni di sé stessa, giorno dopo giorno, per documentare il deterioramento della sua mente e del suo corpo. Prima di perdere il lume della ragione, decide di chiedere l'aiuto di una regista la cui madre aveva contratto la stessa malattia. Malgrado la famiglia non sia d'accordo con questo esperimento, Lena ha promesso alla regista di continuare a filmare qualunque siano le proprie condizioni una volta che avrà dimenticato tutto. È così che vedremo il declino di una mente lucida fino alla sua morte. Rimane la relazione tra queste due donne che hanno vissuto insieme per un breve lasso di tempo, ma che si sono fatte un grande dono ricordando quanto sia effimera la vita. Mercoledì 23 novembre in programma Panquiaco della panamense Ana Elena Tejera. Cebaldo, un indigeno di Panama, lavora come aiutante di un pescivendolo in un villaggio a nord del Portogallo e soffre di nostalgia. Nella sua solitudine, i ricordi lo allontanano dalla vita quotidiana, immergendolo in un viaggio interiore fino al suo villaggio di Guna Yala, dove un medico botanico lo mette di fronte all'impossibilità di tornare al passato. A seguire l’ecuadoregno Barajas di Javier Izquierdo. Il film esplora la movimentata morte di Ángel Rama, Marta Traba, Manuel Scorza e Jorge Ibargüengoitia avvenuta in un incidente aereo nel 1983, vicino all'omonimo aeroporto di Madrid. Attraverso gli archivi audiovisivi di questi quattro autori - provenienti da diversi paesi latinoamericani e residenti a Parigi all'epoca - il regista scava nell'immaginario degli scrittori latinoamericani nella seconda metà del XX secolo, piena di lotte sociali e ideologiche, dittature ed esili che hanno segnato un'intera generazione. La possibilità di una morte condivisa, il rapporto tra gli scrittori latinoamericani e Parigi, le diverse forme di esilio e il carattere fantasmagorico delle immagini d'archivio sono alcuni dei temi di questo documentario d'archivio con l'aria di un film-saggio. Giovedì 24 è la volta del cinema colombiano con Los Ajenos Fútbol Club di Juan Camilo Pinzón. Quattro vecchi marinai in pensione decidono di condividere la reciproca solitudine. Con un patto conveniente, decidono di trasformare un vecchio cantiere navale nella loro amata casa, pronti ad affrontare la realtà della vecchiaia. Durante una notte agitata, uno di loro muore. Porta con lui nella tomba i segreti e gli atti di proprietà del magazzino che è stato a lungo la loro casa. L'uomo deceduto ne era il legittimo proprietario. Martina Ibáñez, l'unica figlia del defunto, arriva senza preavviso a reclamare ciò che le spetta di diritto. La donna non esita ad annunciare la sua decisione: gli abusivi devono lasciare immediatamente il cantiere navale poiché la signora ha intenzione di vendere il terreno. Tuttavia, non si aspetta la peggiore delle sorprese. Il padre ha lasciato un mucchio di debiti segreti impossibili da pagare. Il cantiere viene pignorato da più creditori. A questo punto, gli sfrattati diventano quattro. Tre anziani e una bellezza da copertina. Il tribunale concede alcune settimane per salvare il loro diritto a rimanere nella casa. Presi dalla disperazione, decidono di abbandonarsi alla più assurda delle idee. Formano così una squadra di calcio di strada e con questa partecipano a un torneo che premia il campione con il denaro sufficiente a salvare il cantiere navale. A seguire l’uruguaiano Las Vacaciones de Hilda di Agustín Banchero. Hilda è una donna solitaria che vive nella città di Concepción e che decide di interrompere intenzionalmente qualsiasi tipo di relazione affettiva con le persone che la circondano. La sua vita viene stravolta dalla notizia che suo figlio verrà a trovarla dopo tanti anni. Hilda inizia così i preparativi per migliorare la sua casa e la sua immagine, che è inevitabilmente peggiorata negli ultimi anni. Ma, giunto il giorno della visita, il figlio decide di rimandare l’incontro a data da destinarsi. Hilda si troverà così costretta a vivere un’estate nel passato. Venerdì 25 sarà proiettato il film Liborio, pellicola proveniente dalla Repubblica Dominicana, per la regia di Nino Martínez Sosa. Scomparso durante un uragano e poi misteriosamente riapparso, il campesino Liborio inizia a praticare guarigioni miracolose in un villaggio ricavato su una radura. Il numero dei suoi seguaci cresce progressivamente, fino a formare una vera e propria comunità. Ma la quantità di persone radunata e l’enorme carisma dell’uomo finiranno per attirare anche le attenzioni dei militari, decisi a porre fine a questa esperienza e a ristabilire il proprio ordine nella regione. Chiude la rassegna il peruviano Las colmenas di Luis Basurto. Il film racconta la storia di Luis, un funzionario che, all’età di sessant’anni, perde il lavoro e decide di intraprendere un viaggio verso il proprio paesino natale dove, venticinque anni prima, dei terroristi tolsero la vita ad alcuni contadini, compresi i suoi genitori. Ed è lì che Luis riprende il mestiere insegnatogli dal padre quando era ancora un bambino: l’apicoltura. Accompagnato dalla zia Rosalía, Luis vede questo ritorno a casa come una nuova opportunità per lasciarsi il passato alle spalle ed andare avanti.