Dopo due anni a Petralia Sottana, il Palermo trascorre la sua prima estate fuori dalla Sicilia. A San Gregorio Magno, la squadra del confermato Filippi inizia a prendere forma: perso Lucca, trasferitosi a Pisa, il mercato porta in rosanero l’attaccante Soleri, il terzino Giron, il giovane difensore Buttaro e il portiere Massolo. Durante il ritiro, arriva in gruppo anche Fella. In amichevole, arrivano prove convincenti contro Potenza (3-0) e Monopoli (1-0), mentre contro la Salernitana arriva una sconfitta onorevole (2-1) al cospetto di un avversario di Serie A. Deludente il pari con con l’Enna (1-1), ma solo 24 ore prima i rosa si erano sottoposti alla vaccinazione per il Covid-19.
Inizio in chiaroscuro
Il mercato estivo si chiude con tre innesti di assoluto rilievo: il difensore Perrotta in prestito dal Bari, il centrocampista Dall’Oglio svincolatosi dal Catania e la punta Brunori, in prestito dalla Juventus. Palermo attende i suoi gol, ma deve fare i conti col suo digiuno. Alla prima in campionato, servono due rigori di Floriano e Soleri per battere il Latina. Alla seconda, c’è il derby «anomalo» col Messina, giocato a Vibo Valentia. Ci pensa ancora Soleri a pareggiare il gol iniziale di Baldé. A Taranto, il Palermo cade per la prima volta, sotto i colpi dell’ex Saraniti, autore del primo gol nel 3-1 finale. Il riscatto non arriva neanche nel big match casalingo col Catanzaro (0-0), con Brunori che manda un rigore sul palo.
Dal gol di Brunori al 2° posto
Il digiuno di Brunori si interrompe il 26 settembre a Viterbo, contro il Monterosi, ma il Palermo continua a non vincere. Con la matricola laziale finisce 1-1 ed è necessario il ritorno al «Barbera» per raccogliere i tre punti contro il Campobasso. Brunori fa il bis e (dopo uno 0-0 in casa della Juve Stabia) si ripete nel 3-0 interno col Foggia. Con lo stesso risultato, però, il Palermo cade in casa della Turris. È il primo vero momento di crisi e alla mezz’ora di Palermo-Virtus Francavilla sembra peggiorare, con Perrotta che lascia i rosa in dieci. In inferiorità numerica, è Brunori a farsi furbo, sfruttando un’incertezza difensiva per siglare il gol della vittoria. Segue il primo blitz esterno della stagione, sul campo della Vibonese, poi al «Barbera» arriva la beffa con l’Avellino: vantaggio di Lancini, pari irpino di Tito su rigore inventato dall’arbitro, ingannato da una simulazione di Plescia. Il riscatto arriva ad Andria, una settimana dopo: 2-0 alla Fidelis per la prima di tre vittorie consecutive. E il Palermo, adesso, è secondo in classifica.
I primi scricchiolii e ciao Filippi
L’illusione di poter fare la corsa sul Bari dura poco. Il tempo di crollare di nuovo in trasferta, a Picerno. È lì che la società inizia a valutare un cambio di allenatore, proprio mentre Sagramola propone a Filippi il possibile innesto di Felici, bocciato dal tecnico. Il successo in extremis sul Monopoli riporta i rosa al secondo posto, ma la sconfitta nel derby di Catania (poi cancellata per la radiazione degli etnei) fa storcere il naso. Il pari interno col Bari non cambia la sostanza, anzi: Filippi avanza delle richieste sul mercato, ribadendo come la squadra fosse ancora distante dalla capolista. Nell’ultima sfida del 2021, a Latina, arrivano due espulsioni (in mezz’ora) e il Palermo esce nuovamente sconfitto. Filippi viene esonerato.
Il ritorno di Baldini, cluster Covid
Il prescelto è Silvio Baldini. Con lui, la squadra non subisce particolari cambiamenti in sede di mercato: arriva Felici, bocciato dal precedente tecnico, in più ottiene l’arrivo di Damiani, già avuto a Carrara. Entrambi in prestito, mentre fa il tragitto inverso Almici, che si trasferisce a titolo definitivo alla Spal. Pochi giorni prima della ripresa del campionato, scoppia un focolaio di Covid-19 che fa fuori più di mezza squadra, costringendo Baldini a lavorare con pochissimi uomini prima dell’esordio a Catanzaro.
Fioccano i gol, ma niente svolta
La prima non è buonissima (pareggio per 0-0), ma è di fatto l’unica partita del Palermo di Baldini senza gol segnati. Per ingranare, però, serve tempo. Il 2-0 al Monterosi con le reti di Felici e Damiani illude di aver trovato due elementi subito pronti alla causa, ma i successivi pareggi con Messina e Campobasso per 2-2 riportano i rosa sulla terra. Stessa cosa dopo il successo su 3-1 in casa con la Juve Stabia, dopo il quale arriva una batosta per 4-1 a Foggia. In queste ultime quattro gare, Brunori va sempre a segno. Lo farà anche nel 5-0 alla Turris, nella sconfitta per 2-1 a Francavilla, nel 3-0 alla Vibonese e nel successo di Avellino. È il primo attaccante a segnare per 8 partite di fila con la maglia del Palermo.
Dopo i pari, la risalita
Brunori si ferma con la Fidelis Andria, così come il Palermo, che raggiunge il pari solo nel finale. È la prima di tre occasioni perse contro squadre in lotta per non retrocedere, perché nelle sfide successive arriveranno anche i pareggi a Potenza e Pagani, entrambi per 2-2. La promozione diretta è ormai sfumata e la lotta per i primi tre posti si complica, ma i problemi societari del Catania aprono uno spiraglio: un’esclusione degli etnei «azzopperebbe» le concorrenti (il Catanzaro perderebbe 4 punti, il Monopoli 6), ma non coinvolgerebbe i rosa, rimasti a secco nel derby d’andata. Così, dopo le due vittorie al «Barbera» con Taranto e Picerno, la squadra di Baldini inizia a toccare con mano il secondo posto.
Il super finale vale il terzo posto
Allo scontro diretto di Monopoli, si arriva con la sentenza già emessa sull’esclusione del Catania dal campionato. I pugliesi, prima a -1 dal secondo posto, si ritrovano a -6. Il Palermo, con una vittoria, sarebbe invece secondo. E la vittoria arriva, con le reti di Valente e del solito Brunori, ormai diventato capocannoniere del torneo. Si chiude il campionato con un’altra vittoria di prestigio, in un «San Nicola» vestito a festa per la promozione del Bari in Serie B. Brunori, ovviamente, ci rimette la firma. La sconfitta in contemporanea dell’Avellino permette ai rosa di chiudere terzi, dietro a Bari e Catanzaro. Quanto basta per accedere direttamente alla fase nazionale dei play-off.
Una cavalcata da sogno
Baldini, che all’arrivo a Palermo ha dichiarato di voler salire in B, non distoglie lo sguardo dall’obiettivo. Porta la squadra al santuario di Santa Rosalia, parla di fede e unisce i puntini quando vede ogni piccolo segno del destino. La prima avversaria è la Triestina, la stessa contro cui i rosa festeggiarono la promozione in A nel 2004: una doppietta di Floriano regala il successo per 2-1 al «Rocco», mentre al «Barbera» termina 1-1 con Massolo che para un rigore a Procaccio. Secondo turno, Virtus Entella: altro 2-1 esterno all’andata e paura in casa, con i liguri in vantaggio per 2-0, poi ripresi da Soleri e Fella. In semifinale, arriva la sorprendente Feralpisalò, ma il Palermo è uno schiacciasassi. Vince per 3-0 in riva al Garda (altro rigore parato da Massolo), poi chiude i conti sull’1-0 in casa. È finale, è Padova-Palermo. Una doppia sfida culminata in festa.