Stasera, in novanta minuti più eventuali supplementari e rigori, il Palermo si gioca il ritorno in Serie B. Da cui manca dal 12 maggio del 2019, dalla partita col Cittadella (2-2) che qualificò i rosa ai i play-off per la Serie A. Play-off che poi il Palermo non giocò per la penalizzazione, a cui fece seguito la radiazione. Di quella partita oggi un solo «superstite», Andrea Accardi che andrà in panchina. Stasera il Palermo avrà insomma la possibilità di tornare dove l’aveva lasciato Zamparini. Dario Mirri, con pericoloso eccesso di entusiasmo, quando iscrisse in serie D il «nuovo» Palermo promise la Serie A in tre anni, impresa quasi proibitiva. Ma tornare tra i cadetti in sole tre stagioni sarebbe comunque un risultato di assoluto valore, e se dopo questo risultato l’imprenditore palermitano dovesse davvero cedere il club in mani sicure si guadagnerebbe un posto di riguardo nel libro della storia rosanero. Se lo guadagnerebbero Mirri, Sagramola, Castagnini ma soprattutto Silvio Baldini, perché se oggi il Palermo può tornare in B anche pareggiando lo deve principalmente al tecnico toscano. Che è sempre rimasto legato a Palermo, che ha deciso di vivere a Palermo (ha comprato la casa che fu di Cesto Vycpalek a Mondello) e che con Palermo aveva una promozione… in sospeso. Quella del 2004 in Serie A, stagione nella quale Baldini fu esonerato a gennaio con la squadra seconda in classifica per il noto alterco con Zamparini dopo il ko interno con la Salernitana. Non ci sono dubbi che Baldini abbia cambiato il volto di una squadra che nessuno, neppure il più ottimista tra i fans, avrebbe pronosticato in finale per la B. Con un atteggiamento fideistico, quasi profetico. Anche nei momenti più difficili Baldini ci ha sempre creduto, ha sempre creduto di potere tirare fuori da questo gruppo il meglio. Ha fatto di più: lo ha trasformato per qualità di gioco e coraggio. Sei vittorie esterne di fila sono un record, tutte contro avversari molto forti. Tanto più per una squadra che prima di Monopoli, il 9 aprile, aveva vinto solo tre volte lontano dal «Barbera» e che nella precedente trasferta di Pagani era stata contestata dagli ultras. Ci chiediamo ancora come abbia fatto, ma la vera domanda, la domanda che tiene col fiato sospeso migliaia di fans (anche quelli che sono tornati allo stadio solo per i play-off) è la seguente: i rosa riusciranno a ripetersi anche stasera, contro un avversario forte ma non imbattibile, già superato all’andata ma con tante risorse nel suo organico? Abbozziamo una risposta: il Palermo ci riuscirà se correrà più e meglio del Padova come ha fatto domenica scorsa, se non cederà alla tentazione di gestire il vantaggio, ma anche se non si esporrà alle ripartenze dei veneti, che domenica proprio con rapidi ribaltamenti hanno costruito le migliori occasioni. In sintesi e senza girarci troppo attorno: stasera serve l’ennesima partita perfetta. Con un pizzico di accortezza in più. E dovrà essere perfetto anche il pubblico: i rosa sono favoriti perché hanno a disposizione due risultati su tre, non perdono in casa dal 7 marzo del 2021 ma i rischi non mancano. Al popolo rosa il compito di ridurli, come spesso è accaduto in passato. Trentatremilatrecento spettatori sono un numero enorme, ma il fenomeno non è nuovo per il Palermo, neppure in serie C. Il 12 maggio del 1985 (anche quella domenica si votava per le amministrative) in quarantamila spinsero i rosa nella partita decisiva contro il Messina. Il popolo rosanero, caloroso quanto volubile, quel giorno fu il grande protagonista e lo sarà anche questa sera; gli toccherà il compito di sostenere i rosa anche nei momenti più difficili, trasmettergli quel calore troppo spesso negato nel corso di questo campionato. Dagli spalti potrebbe arrivare anche un forte messaggio di passione, colore e di sportività ai potenziali acquirenti del club. La partita dell’andata ha detto che il Padova soffre se è aggredito. Oddo dovrebbe mettere un centrocampista in più (Dezi) e rinunciare a un centrale di difesa. Inoltre dovrebbe schierare l’esperto Ceravolo in avanti. Mosse prevedibili perché i veneti hanno un gol da rimontare, a cui il Palermo non opporrà una precisa contromossa. Baldini ha in testa un sistema di gioco che per ora è andato bene contro ogni avversario in questi play-off. Perché Luperini può andare ad aggredire giocando più avanti ma può anche abbassarsi sulla linea mediana, dove Dall’Oglio sostituirà Damiani. Perché gli esterni offensivi riescono a spingere ma anche a raddoppiare in mezzo al campo, perché nell’ultimo mese il Palermo si è adattato a ogni situazione puntando su un muscolo difficile da allenare ma alla fine decisivo più di ogni altro: il cuore.