Un piccolo robot capace di “pensare” a voce alta, fare battute, interagire secondo degli stimoli verbali o uditivi, parlare e provare emozioni. È stato presentato oggi (3 luglio) nell’aula magna del Palazzo di giustizia Palermo nel corso del convegno “Dark web, criptovalute, intelligenza artificiale” organizzato dalla Procura Generale di Palermo e dal comando regionale della guardia di finanza nell'ambito del protocollo d'intesa per l'applicazione della disciplina sulla responsabilità di impresa. Presenti Matteo Frasca, presidente della Corte d'Appello di Palermo; Lia Sava, procuratore generale della Repubblica di Palermo; Cosimo Di Gesù, comandante regionale Sicilia della Finanza; il capo della Procura, Maurizio De Lucia; Piergiorgio Morosini, presidente del tribunale; Dario Greco, presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Palermo. Durante il convegno Arianna Pipitone, ricercatrice del RoboticsLab al Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Palermo, ha fatto una dimostrazione pratica dell'intelligenza artificiale servendosi del robottino. Ha dichiarato Lia Sava, procuratore generale di Palermo che « Nell’ambito di un protocollo stipulato due anni fa, fra la procura generale di Palermo da me diretta e il comando regionale Gdf nella persona del generale Cosimo Di Gesù, per la diffusione di strumenti investigativi volti alla migliore applicazione della legislazione sulla responsabilità degli Enti, abbiamo svolto quattro momenti di confronto fra magistratura, avvocatura, ordini professionali di avvocati e commercialisti, Gdf e accademia. Lo schema della responsabilità degli enti, operativo già dal 2001, scardina il principio “ societas delinquere non potest” ed apre alla responsabilità di strutture complesse come, appunto, le società. In questo ambito- dice la procuratrice - proprio lo schema della legislazione in questione può essere utilizzato, in prospettiva, per colpire reati connessi all’uso deviante dell’intelligenza artificiale e delle criptovalute. Per questo oggi «Abbiamo voluto confrontarci con le prospettive straordinarie dell’intelligenza artificiale - ha detto Lia Sava, procuratore generale di Palermo - e con le sue insidie, se utilizzata da menti criminali. Essere accorti significa comprendere che chi raccoglie nostri dati in maniera subdola può utilizzarli a fini criminali, come ad esempio costruire profili falsi sulle piattaforme attraverso i quali commettere reati. Oggi abbiamo voluto evidenziare, inoltre, come la criminalità organizzata è già in grado di utilizzare strumenti avanzati tecnologici e la magistratura e le forze dell’ordine si stanno attrezzando per contrastare la pericolosità di tale utilizzo».