I circoli sportivi palermitani sono pronti alla fase 2. Club Canottieri Roggero di Lauria, Circolo del Tennis Palermo, Country Club, Telimar e Tennis Club Palermo hanno chiesto al presidente della Regione Nello Musumeci, attraverso una dettaglia proposta sviluppata in nove punti, di poter riaprire le strutture dal 4 maggio.
Tutte le misere di sicurezza e protezione verranno rispettate, assicurano, e tutte le iniziative sono state pianificate e programmate nel “rispetto del distanziamento sociale, dell’utilizzo di mascherine e guanti e di tutte quelle altre restrizioni con le quali, già, da 40 giorni ci siamo abituati a convivere”.
Il coordinamento dei circoli palermitani si è occupato di stendere un vero e proprio protocollo organizzativo che viene spiegato nella lettera inviata al Presidente della Regione. “Siamo promotori di una iniziativa – spiegano – che, riteniamo, vada al di là delle cinque realtà che hanno sottoscritto il documento ma che coinvolge tutto il mondo dei circoli siciliani”.
Accesso contingentato al circolo, distribuzione delle mascherine, controllo costante del distanziamento sociale e sanificazione continua dei locali sono alcune delle misure che verranno applicate. E ancora si prevederà l'accesso contingentato in acqua e agli spogliatoi e il posizionamento distanziato dei lettini.
Il ristorante potrà essere usato solo per i nuclei familiari conviventi ed il servizio bibite verrà eseguito solo con distributori automatici. Il tutto è spiegato nel documento realizzato dai circoli che sottolineano come “tennis, canottaggio, canoa, attività natatorie, vela e triathlon, siano attività che si svolgono all’aperto e ad una distanza ben più ampia del metro canonico. Pertanto, è incomprensibile il motivo per il quale debbano restare ancora chiuse”.
Nella lettera, inviata per conoscenza anche al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, al presidente del Coni Sicilia, Sergio D’Antoni, ed al coordinatore del Comitato Tecnico scientifico per l’emergenza coronavirus in Sicilia, il coordinamento dei circoli sportivi della città di Palermo “in possesso del doppio requisito di avere un’estensione delle proprie strutture superiore a 6.000 mq ed un numero di iscritti superiore a 1.000, che rappresentano oltre 10.000 cittadini” evidenzia come non abbiano “ricevuto alcuna protezione provvedendo a proprie spese a mantenere gli impianti sportivi, che - si legge nella lettera – se abbandonati, non potranno svolgere ancora quel servizio sociale di prevenzione e cura della salute, cui le pubbliche amministrazioni hanno comodamente derogato”.
I cinque circoli palermitani inoltre si appellano alla “sensibilità del Presidente nei confronti di associazioni che hanno contribuito a successi mondiali ed olimpici ed all’espansione del turismo”.
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