PALERMO. Lo stadio Renzo Barbera è un fortino che, in 14 sfide a tinte azzurre, solo la Croazia è riuscita a espugnare, ma quando si chiamava La Favorita. Da quella tiepida sera di novembre sono passati più di 22 anni e tante Nazionali, ma Palermo è rimasta una città-talismano, che non tradisce, regala soddisfazioni e buoni auspici. Confida di inserirsi in questa tradizione benevola Gian Piero Ventura, atteso alla prima vera prova 'mondialè con la sua Italia domani contro l’Albania. Gli azzurri a Palermo hanno vinto pure il torneo di calcio alle Universiadi (1997) e l’ItaLippi cominciò dal capoluogo siciliano, nel 2004, il proprio cammino verso il tetto del mondo, che avrebbe toccato a Berlino. Gli incroci legati alla sfida di domani sera sono innumerevoli, pericolosi e suggestivi: il passato in Sicilia dei due ct, Ventura e De Biasi, quest’ultimo uomo di fatica di un Palermo da combattimento che si esibiva fra la B e la C/1; il derby fra tifoserie, quella ospite appoggiata dalla comunità di Piana degli Albanesi, dove si parla uno slang inequivocabile e dove si preparano cannoli buonissimi. «Sicuramente ci saranno albanesi allo stadio, non so quanti, ma saranno tanti. A Genova erano di più, nel 2014. Mi hanno mandato tanti messaggi e scritto degli amici: 'stiamo arrivando'», la certezza di Ventura che, a Palermo, insisterà sul 4-2-4, per conquistare «un risultato di fondamentale importanza» nel cammino verso la Russia. «Se l’Albania centra il risultato entra nella storia, noi abbiamo grande rispetto dei nostri avversari. Vincere sarebbe importantissimo per noi, ma lo stesso cercherà di fare Gianni De Biasi», le parole del ct Giampiero Ventura che, in conferenza stampa, parla a bassa voce e sembra presagire le trappole di un collega che era stato a un passo dal prendersi la sua attuale panchina. Il ct immagina di vedere «una buona Italia», in uno stadio gremito, con almeno 35 mila persone a tifare. «L'Albania, al di là del valore tecnico - sottolinea il ct - è una squadra di livello. Quanto saremo aggressivi, lo dirà il campo. Mi hanno colpito la disponibilità e la voglia di partecipare dei 'miei' giocatori, mi aspetto un passo avanti rispetto all’ultima partita, anche se questa volta l’avversario è diverso. Tengo molto a questa sfida, so quanto sia importante e difficile per noi». Nessun dubbio di formazione per il ct, che punta sulla meglio gioventù azzurra in una partita da giocare all’attacco, senza fronzoli e con un solo obiettivo: il successo, per ipotecare quantomeno il Play-off. Lo stesso Gigi Buffon, che domani diventerà il portiere in attività con più presenze, immagina un’altra serata da incorniciare, anche se «non ci sono più le squadre materasso di una volta». «Adesso - ammette il portiere - te la giochi. Dobbiamo riprendere la strada che avevamo cominciato a percorrere sei mesi fa, quello di domani sarò un test per capirlo. Rispettiamo l’Albania, ma dobbiamo prenderci un risultato positivo, per poterci giocare la partecipazione al Mondiale a settembre». «Come chiuderò la carriera? Chissà, magari con una capocciata alla Zidane...», la battuta conclusiva del recordman azzurro.