Dopo 14 anni di attesa, Geraci Siculo si prepara a rivivere una delle sue più antiche e sentite tradizioni: “A Carvaccata di Vistiamara”, la spettacolare cavalcata dei pastori in onore del Santissimo Sacramento. Un rito solenne e secolare che affonda le radici nella storia più profonda della Sicilia rurale e che sarà celebrato dal 14 al 20 luglio nel borgo verde delle Madonie, con un ricco programma di eventi religiosi, culturali e folkloristici.
Una festa ogni sette anni, dal 1643
La "Carvaccata di Vistiamara" è una manifestazione unica, celebrata a cadenza settennale (nel 2018 non è stata fatta), di cui si ha notizia documentata sin dal 1643, ma che con ogni probabilità affonda le radici in un passato ancora più lontano. Istituita dalla Confraternita del Santissimo Sacramento (fondata nel 1539), rappresenta un rituale di ringraziamento verso Dio da parte della comunità pastorale locale, simbolo di una religiosità arcaica e comunitaria, legata alla terra, agli animali, alla solidarietà tra generazioni. Il fulcro della festa è la sfilata di pastori a cavallo, in costume tradizionale, che percorrono le vie del borgo secondo un rigido ordine simbolico – dai ragazzi agli anziani, fino alla figura più autorevole, il “Cassiere” – portando offerte votive in forma di ceri, paramenti sacri e sculture casearie. La sfilata viene "aperta" da un araldo trombettiere con stendardo. Ogni partecipante regge con la sinistra “l’offerta". I più giovani offrono colombi, daini, cavallucci fatti di caciocavallo e pendenti da un cerchio di legno riccamente adornato con nastri; gli uomini offrono dei fasci di ceri; gli anziani i principali paramenti sacri. il Cassiere porta “l’Antisfera”.
Il sindaco: "Un momento di profondo significato collettivo"
"Dopo quattordici anni, Geraci Siculo si prepara a vivere nuovamente una delle espressioni più alte della propria identità culturale e spirituale - dice il primo cittadino del borgo madonita, Luigi Iuppa - “A Carvaccata di Vistiamara” rappresenta per la nostra comunità non solo una tradizione secolare, ma un patrimonio immateriale che unisce fede, memoria e appartenenza. È un momento di profondo significato collettivo, in cui i gesti antichi si rinnovano e parlano al presente. Ritrovare questa festa dopo tanto tempo significa ritrovare una parte di noi stessi, della nostra storia, dei nostri padri. È un'emozione che condividiamo con l'intera cittadinanza e con quanti vorranno partecipare a questa straordinaria celebrazione di popolo".