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Fine vita, i vescovi siciliani contro il disegno di legge: «No al suicidio assistito, sì alle cure palliative»

Riunione della Conferenza episcopale italiana in una foto d'archivio

La Conferenza episcopale siciliana ha esaminato il ddl sul fine vita presentato al Parlamento regionale ed esprime «preoccupazione» sulla proposta di legge che prevede il suicidio medicalmente assistito. I vescovi ribadiscono che la Chiesa «sempre ha difeso la vita umana dal concepimento fino alla morte naturale», con una particolare attenzione alle fasi fragili dell’esistenza, ed «è contraria ad ogni forma di accanimento terapeutico e all’eutanasia che è sempre un atto contro la vita umana».

Auspicano che, a livello regionale e nazionale, si giunga ad interventi che «tutelino la vita e, condividendo quanto dichiarato dalla Conferenza episcopale italiana, ribadiscono che «la legge sulle cure palliative non ha trovato ancora completa attuazione: queste devono essere garantite a tutti, in modo efficace ed uniforme in ogni Regione, perchè rappresentano un modo concreto per alleviare la sofferenza e per assicurare dignità fino alla fine, oltre che un’espressione alta di amore per il prossimo» (Cei, Nota sul fine vita, 19 febbraio 2025).

Riconoscono necessaria anche la promozione di «strutture idonee e la istituzione di percorsi formativi per operatori sanitari ben preparati ad accompagnare gli ammalati e le famiglie che usufruiscono delle cure palliative le quali, anche se non possono guarire, sono in grado però di lenire le sofferenze causate da malattie». Invitano anche le strutture sanitarie, che appartengono al mondo ecclesiastico, a individuare «le scelte opportune per incentivare i centri hospice nell’Isola offrendo maggiore opportunità a chi è nella sofferenza di usufruire delle cure palliative». Esprimono «vicinanza e sostegno a tutte le famiglie che con grande umanità e amore accompagnano i propri familiari sofferenti nella fase terminale della vita».

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