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Redivivus, in Sicilia il progetto che trasforma plastica e vite umane attraverso l’arte

il Consorzio Nazionale per la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica lancia un’iniziativa pioniera nei carceri minorili per coniugare sostenibilità ambientale, inclusione e creatività

Rinascere attraverso l’arte, dando nuova vita a materiali di scarto e a storie difficili. È questo l’obiettivo di Redivivus, il progetto promosso da Corepla, il Consorzio Nazionale per la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica, con il patrocinio del Ministero della Giustizia e la cura dell’associazione ManieMente, che vede la Sicilia apripista di un modello innovativo di rieducazione.

Il progetto pilota coinvolge gli Istituti Penali per i Minorenni e gli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo, Catania, Acireale e Caltanissetta, dove ragazzi in percorsi di giustizia minorile partecipano a laboratori artistici trasformando bottiglie in PET in vere e proprie opere d’arte. Otto i corsi attivi, che mettono insieme educazione ambientale, storia dell’arte, manualità e lavoro di gruppo.

«Il riciclo non è solo una scelta tecnica, è una scelta culturale - ha dichiarato Giovanni Cassuti, Presidente di Corepla -. È credere che ciò che sembra finito possa ancora dare qualcosa. Con Redivivus vogliamo costruire un ponte tra sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Perché la plastica può rinascere, certo, ma possono rinascere anche le persone — se diamo loro ascolto, opportunità, strumenti. Questo progetto dimostra che la bellezza, anche in luoghi difficili, può diventare motore di cambiamento e dignità collettiva».

Redivivus – dal latino rinato – si configura come un ponte tra economia circolare e dignità umana: una seconda possibilità per i materiali e per le persone. “Anche ciò che è stato scartato può tornare a vivere”, sottolineano i promotori. Presentato oggi all’Assemblea Regionale Siciliana, il progetto punta a sensibilizzare i più giovani sul valore della sostenibilità e a promuovere una cultura della bellezza accessibile a tutti. Ogni oggetto creato dai ragazzi è il risultato di un percorso educativo, simbolo di riscatto e partecipazione.

Un primo segno concreto era arrivato già lo scorso dicembre a Palermo, quando i ragazzi del carcere minorile avevano realizzato un albero di Natale in plastica riciclata, decorato a mano: un gesto simbolico che oggi diventa parte di una visione più ampia, capace di restituire senso, speranza e visibilità a chi spesso resta ai margini. Le opere realizzate saranno raccolte in una mostra itinerante, aperta alla cittadinanza, per raccontare – attraverso la bellezza – che anche dal rifiuto può nascere qualcosa di nuovo. E che ogni vita può rinascere, se accompagnata nel modo giusto.

 

«La Sicilia – conclude Cassuti – è una terra a cui Corepla è legata da tempo, con cui dialoga, collabora, cresce. Non solo per le sfide ambientali che affronta con coraggio, ma per l’energia, la bellezza e la dignità con cui interpreta ogni progetto di cambiamento. È una terra che non si arrende. Che guarda avanti. Che sa trasformare la complessità in possibilità».

«Redivivus è un progetto che restituisce valore non solo alla plastica, ma alle persone. Come nella cultura giapponese, dove ciò che è rotto si ripara mettendone in luce le fratture, anche qui ciò che è stato scartato trova una nuova forma, un nuovo significato. Avete unito sostenibilità ambientale e inclusione sociale in modo tangibile, offrendo ai ragazzi non solo un’opportunità educativa, ma uno spazio di dignità e riscatto. È questo il compito più alto della politica: trasformare la fragilità in risorsa e il limite in possibilità», commenta Nuccio Di Paola, Vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana

«Il progetto REDIVIVUS coniuga in modo esemplare il concetto di risocializzazione e quello di salvaguardia dell’ambiente, nell’ottica della responsabilizzazione verso le nuove generazioni. Il Ministero della Giustizia è fortemente impegnato nel favorire le attività trattamentali, che - nel caso dei minorenni - sono sempre portate avanti con uno sguardo attento al preminente interesse del minore», dice Cristiana Rotuno , Vicecapo dipartimento (Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità).

«Crediamo che l’arte possa essere un linguaggio di riscatto, uno spazio dove ogni ragazzo possa riscoprire valore, talento e possibilità. Seguo questi laboratori da vicino e posso dirlo con certezza: Redivivus è molto più di un progetto educativo. È un percorso di trasformazione autentica. I ragazzi arrivano chiusi, disillusi, con lo sguardo basso. Poi, piano piano, qualcosa cambia. Scoprono di poter creare, decorare, immaginare. E, attraverso l’arte, cominciano a rivedere anche se stessi con occhi nuovi. Anche ciò che è stato scartato può tornare a vivere: la plastica, certo. Ma anche le storie. Ogni laboratorio è un’opportunità di bellezza e consapevolezza. Ogni opera è un ponte verso un futuro diverso. E ogni gesto creativo è un seme di fiducia che può germogliare in dignità», afferma Romina Scamardi, curatrice del progetto e responsabile Associazione ManieMente.

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