Palermo, l'inventore del microchip Faggin: «L'Ia è solo una macchina»
«Scienza e coscienza sono due facce della stessa medaglia. Tutto passa per l’esperienza. La coscienza è ciò che permette di conoscere attraverso l’esperienza. La coscienza va più in profondità nella nostra capacità di conoscere e coglie il significato. La scienza è l’aspetto razionale e risolve il problema su come funzionano le cose. Ma la coscienza va oltre il funzionamento e va all’essenza della realtà e di chi siamo. E’ questo il passo che l’umanità deve fare. Già la fisica quantistica lo dice: la realtà è olistica, non è fatta di parti o concetti separati». A parlare è il fisico Federico Faggin, inventore e imprenditore di fama mondiale, noto per avere sviluppato il primo microprocessore. Faggin, di origini vicentine, dal ‘68 si è trasferito negli Stati Uniti. Dopo aver lavorato, tra l’altro, per Intel e poi come imprenditore, si è dedicato agli studi sulla coscienza fino ad arrivare a definire un modello che interpreta la realtà come interazione di campi quantistici coscienti che connettono corpo, mente e spirito. Le sue teorie vengono dibattute, oggi e domani a Palermo, in un convegno internazionale, dal titolo «Coscienza e libero arbitrio: i pensatori», che si svolge al Teatro Politeama davanti a centinaia di studenti. Vi partecipano accademici e pensatori, teologi e scienziati. «Questa riflessione è importante anche per i giovani che devono capire che c’è di più - spiega Faggin - la spiritualità è l’aspetto dell’interiorità. Dentro di noi c’è un mondo che è fatto di significati e non di cose. E’ fatto di sensazioni, di sentimenti come l’amore. Tutti aspetti che vanno oltre la scienza. Se la scienza crede di poter capire tutto lo scibile finisce per eliminare la spiritualità partendo dall’assunto che tutto sia misurabile. Ma l’amore, la gioia, la pace, non sono misurabili. C’è di più di ciò che si può misurare». «La coscienza non è un epifenomeno, un fatto accessorio del cervello. Non è qualcosa che succede nel cervello - sottolinea Faggin - è qualcosa di ancora più fondamentale. Questo punto di vista si collega perfettamente con la fisica quantistica. Non è solo un punto di vista filosofico e spirituale, ma va oltre. Nella fisica quantistica esistono delle strutture che hanno le stesse proprietà dell’esperienza cosciente. C’è una continuità tra scienza e spiritualità». Faggin non si sottrae infine al dibattito in corso sull’intelligenza artificiale e sulle sue prospettive: “raccontano che sarà meglio di noi, che sarà cosciente. Ma se credessimo a questo saremo travolti da un pensiero che ci riduce a strutture sciocche di fronte al potere dell’intelligenza artificiale, che è il potere dei potenti». «L’intelligenza artificiale - chiosa il ‘padrè del microchip - è una struttura formale, matematica, algoritmica creata sulla base delle informazioni che noi abbiamo selezionato come umanità. Lavora sui simboli. Gli algoritmi hanno la capacità di sintetizzare correlazioni tra i simboli. Sembra che l’Intelligenza artificiale capisca quello che dice. Eppure non capisce niente, è una macchina. A capire è solo la coscienza che sa trovare i significati».