Il centro di accoglienza Padre Nostro festeggia l'inaugurazione di un poliambulatorio in un bene confiscato alla mafia in via San Ciro. C'è il sindaco, Roberto Lagalla, l'assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, il presidente della Seconda circoscrizione Giuseppe Federico. E poi, politici regionali, consiglieri comunali, parlamentari nazionali.
Lindo, pulito, funzionale, pronto, attrezzato. Manca solo l'accreditamento della Regione per farlo diventare una realtà sanitaria di tutto rispetto a Brancaccio. Un luogo atteso, un'altra fiaccola di speranza accesa sul territorio, in quel territorio in cui padre Pino Puglisi si accorse che mancava tutto. «Lui ci assiste sempre – spiega Maurizio Artale, presidente del centro – e pian piano qualcosa sta venendo fuori».
L'immobile che sarà adibito per le visite specialistiche versava in condizioni di degrado strutturale e prima il Centro Padre Nostro utilizzava per altri servizi «dal nuovo anno avrà un'altra e definitiva destinazione – ha spiegato Artale -. Già nel 1991 padre Pino a sue spese, scoprì che molti bambini avevano problemi di malnutrizione, le ragazze non facevano dei periodici controlli ginecologici e gli anziani non si curavano per mancanza di risorse economiche. Il poliambulatorio sarà anche un polo formativo dove gli abitanti del territorio che ne faranno richiesta impareranno la cura ed il rispetto del proprio corpo». Gestire le prenotazioni sarò compito di suor Mathew Bindu delle Maestre Pie di Santa Rosa Venerini, infermiera professionale e ha maturato esperienza in molte parti del mondo. Mentre l'equipe di specialisti-volontari, in accordo con l'ordine dei medici, sarà composto da risorse professionali reclutate oltre il perimetro dei medici che nel corso di questi lunghi anni hanno collaborato col centro Padre Nostro il quale riceverà un contributo di centomila euro nella legge di stabilità.
«Sono davvero orgoglioso che il governo abbia accolto la mia proposta di essere accanto al Centro - dice il vice presidente della Camera, l’azzurro Giorgio Mulé -. Nella legge di stabilità - osserva - è stato infatti inserito un contributo che servirà a completare l'iniziativa. Questo presidio sanitario sarà in grado di offrire ambulatori dedicati alle malattie cardiovascolari, all’urologia, alla ginecologia, all’ortopedia, alla dermatologia, all’oculistica e alla chirurgia generale. Un avamposto sanitario gratuito a servizio della comunità che promuoverà percorsi formativi e di profilassi».
L’arcivescovo, Corrado Lorefice, che aveva annunciato la sua presenza non è potuto esserci per via del piccolo incidente che non gli consente una agevole deambulazione. Al suo posto, per la benedizione della struttura, è arrivato il vicario episcopale, padre Giuseppe Vagnarelli.
Intanto, il centro Padre Nostro ha stipulato un accordo con il Comune per la gestione, la cura e la rigenerazione della piazzetta intitolata al beato padre Pino Puglisi. Una intesa necessaria e preliminare rispetto al progetto di quasi mezzo milione di euro per rifare la pavimentazione e il sistema di illuminazione. Il progetto di ristrutturazione è stato finanziato per la maggior parte dalla struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Mentre 120 mila euro sono stati erogati dalla Regione e una quota anche dall’amministrazione comunale. La stazione appaltante - benché si tratti di un’opera pubblica - sarà lo stesso centro Padre Nostro. Anche questa iniziativa si inserisce in un quadro di attività che sono rivolte al miglioramento sociale e culturale di Brancaccio nel segno di un prete che proprio per raggiungere questi risultati ha pagato con la sua vita.
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