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Palermo, Natale sostenibile e solidale con RiGiochi@mo

I portalettere di Poste Italiane raccolgono i giocattoli usati e donati dai bambini per donarli ai piccoli delle famiglie meno abbienti

Giornata di festa all’insegna della solidarietà e della sostenibilità nella piazza Magione di Palermo. I bambini hanno accolto con una grande applauso i portalettere Francesco e Adele, in trepida attesa di riempire i loro grandi sacchi. Una valanga di lettere, scritte rigorosamente a mano. Ma anche una valanga di giocattoli per i coetanei del quartiere.

“Caro Babbo Natale, ormai sono diventata grande e non desidero nessun giocattolo” , scrive Marica. “Ci sono tante cose che vorrei chiederti, non per me, ma per tutti”.  le fa eco Simone.
I due piccoli studenti dell’Istituto Comprensivo Statale Rita Borsellino del capoluogo sono tra gli oltre cento bambini palermitani che quest’anno hanno scelto di dedicare a un coetaneo meno fortunato un dono, più nello specifico un proprio giocattolo.

Ha fatto tappa anche quest’anno presso il plesso nel quartiere Kalsa l’iniziativa all’insegna del riciclo e della solidarietà Ri-Giochi@mo, curata dall’associazione Uno@uno. Il progetto tutto siciliano, grazie al supporto logistico di Poste Italiane, consentirà a bambini più bisognosi di ricevere un regalo speciale in occasione delle prossime festività.
Finalità dell’iniziativa, partita nel Nisseno e che negli anni ha visto il coinvolgimento di altre città dell’Isola, è quella di trasmettere il valore del rispetto dell’ambiente donando nuova vita ai giocattoli ancora riutilizzabili. Speciali doni che, per la tappa di Palermo, il personale di Poste Italiane consegnerà ai volontari dell'istituto delle Artigianelle Figlie di Sant'Anna destinati ai bambini del quartiere Kalsa.

Perché al tema di sostenibilità green si associa il valore solidale di un gesto che rompe gli schemi tradizionali del classico regalo ricevuto dai più piccoli a firma di Babbo Natale. Per gli alunni delle classi elementari e della materna la speciale giornata è stata invece l’occasione per fare un dono personale a un altro bimbo o bimba.

Con l’arrivo presso l’istituto scolastico dei portalettere e dei loro grandi sacchi, gli studenti hanno affidato loro bambole, peluche e puzzle. Tra i regali più inattesi, un gioco da tavola sui viaggi nel mondo, regalato dal piccolo Simone perché tutti i bambini possano viaggiare con la fantasia e un set di giochi di legno. In altri capienti sacchi sono state poi raccolte le letterine scritte a mano su fogli colorati dai bambini del plesso di piazza Magione. Ognuno di loro ha inviato e svelato sogni, desideri e aspettative di un futuro migliore per sé, per la propria famiglia e per tutto il mondo. E anche qualche richiesta molto particolare, non di carattere materiale, che dimostra come l’attualità entri prepotentemente nella vita e nei pensieri dei bambini. Tra i più piccoli, emerge in particolare la preoccupazione per le guerre in atto e la sofferenza di chi ne patisce le conseguenze.

“Sarebbe bello se cambiassi il colore al tuo vestito – scrive Simone – da rosso a verde, perché, sì, rosso è il colore dell’amore, calore. Ma quest’anno è il colore del sangue di ferite dei bambini, il colore delle esplosioni e delle scarpe rosse ancora nelle piazze”. Simone ha invece un’idea precisa: “Il verde no, il verde è il colore della speranza. L’anno scorso ti ho chiesto di far ricordare agli adulti che anche loro sono stati bambini. Invece quest’anno il mio desiderio è che i bambini possano essere bambini e non stare in guerra come gli adulti, ma giocare nelle piazze come bambini”. La serenità dei loro coetanei è ciò che sta a cuore ai piccoli che scrivono le letterine destinate al Polo Nord.

“Vorrei che tutte queste guerre finissero e che ogni persona venisse sfamata – scrive invece Marica nella sua letterina destinata al Polo Nord - Vorrei un mondo di pace dove nessuno verrebbe preso in giro per il colore della pelle, né per l’altezza e neanche per il peso. Quando guardo il telegiornale vorrei non vedere tutti questi bambini intorno alle macerie, senza una casa e alcuni anche senza genitori. Ho sentito che ci sono delle persone molto malate che non riescono a trovare una cura, tanti omicidi e maltrattamenti di donne, tante persone che per scappare dalla guerra e dalla fame affogano nel mare. Desidero che queste cose non succedano mai più. Grazie, buon Natale e buon anno nuovo!”.

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