Un luogo che guarda profondamente alla Sicilia e, nello stesso tempo, è connotato da un forte impegno antimafia. Cresciuta e amplificata dall’inventiva di Giacomo Callari, Villa Adriana, a Palermo, è veramente uno spazio ritrovato, che raccoglie diverse collezioni e oltre mille opere (tra le altre, una scultura di Guttuso, un disegno di Bruno Caruso); unisce linguaggi diversi ma tutto nel segno della didattica museale che qualcosa vuole lasciare sul territorio. All’interno di questo vero e proprio Museo della sicilianità, nell’antica villa dei Colli, questo pomeriggio (6 dicembre) dalle 17,30, è previsto un evento conviviale che riunisce le realtà aggregative del Terzo settore. Sarà l’occasione per inaugurare una nuova edizione del presepe satirico che mischia i personaggi noti della lotta antimafia, a quelli di una tradizionale Natività. Dall’impostazione classica – la grotta e i tre Magi – si è passati a una visione diversa: ci sono altri personaggi, come i bambini che invitano a giocare il piccolo Gesù.
Il momento centrale della giornata è la donazione alla cooperativa sociale Rossa Sera di una tela di Roberto Masi, che in un secondo tempo sarà sorteggiata tra il pubblico. Il ricavato servirà a sostenere l’ inserimento lavorativo di due persone «fragili». Il museo della sicilianità, spiega Callari, «è molto attivo nel campo del terzo settore e vogliamo dare il nostro contributo: già siamo partner della cooperativa Rossa Sera nel progetto ReColtiviamo, e abbiamo assunto diversi ragazzi con disabilità».
Verranno anche consegnati premi e riconoscimenti a persone che, a diverso titolo e ognuno nel proprio campo, hanno lavorato per Villa Adriana: avvocati, commercialisti, economisti, giornalisti, ai quali, sottoliniea Callari, «vogliamo esprimere il nostro ringraziamento per il sostegno continuo». Sarà ricordato anche Francesco Paolo Callari, fondatore della prima cooperativa sociale, a Geraci, nel 1948.
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