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Palermo, la violenza sulle donne si ferma nelle famiglie e a scuola

Al Policlinico il convegno «Oltre il silenzio… storie di Donne resilienti». Re: «Il Movimento per la gentilezza impegnato in prima linea»

«Il Movimento per la gentilezza è impegnato in prima linea nella prevenzione di episodi di violenza di genere partendo dalla consapevolezza che questa possa avvenire soprattutto a partire dalla famiglia e dalla scuola, dove si formano i ragazzi e dove è essenziale soprattutto insegnare l'autocontrollo, quello che ci permette di riflettere prima di agire». Lo ha detto Natalia Re, presidente del Movimento italiano per la gentilezza, intervenendo al convegno dal titolo «Oltre il silenzio… storie di Donne resilienti», che si è svolto al Policlinico Paolo Giaccone di Palermo, cui hanno preso parte, tra gli altri, la direttrice generale Maria Grazia Furnari, il direttore sanitario Alberto Firenze, il rettore dell'università di Palermo Massimo Midiri e l'assessore alla Sanità, Giovanna Volo.

«Bisogna intervenire - continua la Re - su una sub-cultura, che si è ormai radicata nella nostra società, e che spesso si allinea con un mercato premiante. In Italia la situazione sta rapidamente peggiorando: il report sulla “Criminalità minorile e gang giovanili” del Dipartimento pubblica sicurezza e Direzione centrale della polizia criminale ha evidenziato un aumento del 2% delle lesioni dolose, provocate da under 17 fra il 2022 e il 2023 e non possiamo escludere che questo incremento del 2% non vada proprio a danneggiare le donne. Il MIG si approccia alle violenze prendendo per mano le vittime e non lasciando indietro i colpevoli. Il nostro compito è quello di osservare questa ignobile deriva da un punto di vista psicosociale, proponendo la gentilezza come antidoto alla violenza. E per far questo abbiamo lanciato una serie di iniziative che coinvolgono proprio le scuole e stiamo intervenendo anche nell’ambito del circuito penale, coinvolgendo i ragazzi detenuti perché solo così e’ possibile arrivare un processo educativo che permetta di acquisire destrezza nella gestione degli stati emotivi, di ridurre le emozioni negative e di aumentare quelle positive, attraverso un'adeguata educazione emotiva. Lavorando alla gestione dei conflitti, alla mitigazione della frustrazione ed alla restituzione in termini di bisogno individuale di riconoscimento e gratificazione - conclude - perché solo così si possono introdurre elementi preventivi di reati di genere».

All’incontro è intervenuto anche Renato Venezia professore ordinario di ginecologia e direttore di ginecologia al Paolo Giaccone, che ha precisato: «La giornata internazionale contro la violenza sulle donne rappresenta per noi la celebrazione di un lavoro che si compie ogni giorno presso la clinica ostetrica del policlinico, che ho l’onore di dirigere, che ci vede impegnati 24 ore al giorno e per 365 giorni l’anno! Tutto ciò è possibile grazie alla mutua collaborazione tra varie figura professionali: medici legali, laboratori di analisi cliniche e microbiologiche, psicologi ecc., che si sforzano di fornire un servizio alle donne vittime di violenza. Siamo consapevoli che riusciamo ad intercettare una minima parte di casi di violenza. I dati che noi raccogliamo, analizziamo e studiamo ci consentono di approfondire la conoscenza del problema per fornire anche possibili soluzioni al problema violenza sulle donne».

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