Nella classifica delle regioni e delle città più virtuose per la raccolta differenziata, la Sicilia e il suo capoluogo si piazzano negli ultimi posti. Nel 2022 il dato nazionale per la raccolta differenziata si attesta al 65,2%. La regione più virtuosa è il Veneto con il 76,2%, segue la Sardegna con il 75,9%, mentre la regione Sicilia è al 51,5%. Il capoluogo ancora peggio con il poco più del 20% nel 2023. Pino Lo Bello, presidente di Federconsumatori, rivela i dati che non lasciano alcun dubbio.
Il capoluogo siciliano nel 2022 con una popolazione di 630.167 abitanti ha prodotto rifiuti urbani pari a 354.036 tonnellate, cioè 561,8 chilogrammi per abitante e ha differenziato 53.670 tonnellate cioè 85,2 chilogrammi per abitante, pari al 15,2%. L’incremento nel 2023 è stato di circa 5 punti percentuali. Invece nei comuni della provincia, con una popolazione di 570.790 abitanti, l’ammontare dei rifiuti urbani è stata di 204.799 tonnellate, con una produzione per abitante di 358,8 chilogrammi e sono state differenziate 141.230 tonnellate, ovvero 247,4 chilogrammi per abitante, pari al 69%. «Ciò evidenzia che in città - sottolinea Lo Bello - l’usa e getta e il consumismo sono maggiore di circa il 35% rispetto ai comuni della provincia. Quindi vi sono ampi margini per intervenire sullo stile di vita, sulla politica dei consumi e il contenimento della produzione dei rifiuti». Obiettivo di Federconsumatori è analizzare le criticità, il rispetto degli atti d’indirizzo europei e nazionali e i piani regionali.
«Vogliamo contribuire a dare certezza ai consumatori sulla ricchezza dei rifiuti - conclude il presidente di Federcosumatori -, intervenendo in primis nella catena di produzione, riducendo la quantità e facilitando il riciclo, la raccolta differenziata e il riuso con un’economia circolare, riducendo l’impatto ambientale, il degrado del territorio, i costi di gestione e l’uso del suolo»
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