L’Università degli Studi di Palermo con il progetto Università Diffusa ha attivato nuovi percorsi di formazione aperti alla cittadinanza con l'obiettivo di rigenerare il tessuto culturale e civico dei quartieri disagiati della città, combattere la povertà educativa e favorire l'inclusione.
Il protocollo di intesa prevede una task-force al servizio del territorio che comprende scuole palermitane di ogni grado, tra cui l’Istituto Magistrale Regina Margherita, l’I.I.S.S. Francesco Ferrara e il Liceo Scientifico Benedetto Croce, e le associazioni Parco del Sole, Apriti Cuore ETS, Santa Chiara, Sant’Erasmo-Nautilus, Confcooperative e Teatro App e Arte e Opera don Calabria, le quali offrono spazi e sostegno logistico per lo svolgimento dei percorsi tematici, ovvero itinerari didattici rivolti a giovani studenti e adulti di ogni estrazione sociale, su temi come l’educazione alla salute, la cura ambientale, i pregiudizi di genere, l’interculturalità, l'amministrazione del bene comune e la gestione nonviolenta dei conflitti, con un approccio divulgativo e partecipativo. Il progetto, giunto alla terza edizione, ha coinvolto complessivamente oltre 300 fruitori.
«L'Università Diffusa è un prezioso esempio di responsabilità sociale ed una opportunità concreta per integrare formazione e sviluppo culturale nel nostro territorio, grazie alla sinergia tra università, scuole e associazioni locali – ha dichiarato il Rettore Massimo Midiri – Una significativa azione compartecipata e condivisa per estendere la conoscenza a gruppi di persone che, per diverse ragioni, non hanno avuto accesso a tali opportunità. Un percorso diffuso in vari contesti, in cui diverse generazioni si arricchiscono a vicenda per superare le barriere e favorire un’armoniosa combinazione di conoscenze, universali e inclusive. Con questa iniziativa – conclude il Rettore – il nostro Ateneo conferma l’impegno per lo sviluppo culturale del territorio, consolidando una rete di supporto educativo e di partecipazione tra scuole, associazioni e cittadini. Un’autentica cooperazione tra tanti soggetti, fondamentale per il coinvolgimento degli adulti, destinatari più difficili da raggiungere ma cruciali nel percorso di riscatto dell’intera comunità».
«Il progetto – spiega il Delegato del Rettore per le Attività formative sul territorio, il professore Andrea Cozzo – nasce dalla considerazione che la Terza missione dell'Università, benché terza di nome, in realtà rivesta un'importanza pari alle prime due missioni di Didattica e Ricerca. Il sapere non può essere riservato a pochi, esso nasce nella società intera e alla società intera va restituito, senza che nessuna persona venga lasciata indietro o sola. L'Università ha una responsabilità verso la comunità in cui vive, ha da rispondere ai suoi bisogni e da parlare con le sue diverse componenti, compresa la gente comune, e con i linguaggi di volta in volta a queste adeguati. Il progetto si propone dunque come pratica di ascolto del territorio e di servizio ad esso, reso possibile grazie al raccordo con gli enti di quartiere di base, nella convinzione che si ha vero sviluppo culturale solo quando questo sia anche emancipazione di tutta la collettività e relazione e occasione di incontro tra tutti coloro che di essa fanno parte».
I percorsi, erogati tramite il coinvolgimento attivo del personale docente dell'Università, si inseriscono tra le iniziative strategiche di Public Engagement di Ateneo, nel quadro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, contribuendo all'istruzione di qualità, alla riduzione delle disuguaglianze e alla promozione di città e comunità sostenibili.
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