Si conclude il progetto «Svolta all’Albergheria!», un percorso di reinserimento sociale per i detenuti
Si è concluso, dopo tre anni di lavoro e diverse tappe, il progetto «Svolta all’Albergheria!», sostenuto da Fondazione Con il Sud e coordinato dalla cooperativa sociale Rigenerazioni onlus. Diversi gli attori istituzionali coinvolti: la casa di reclusione Ucciardone di Bona, le case circondariali Pagliarelli Lorusso, Burrafato e Cavadonna, l’istituto penale per i minorenni di Palermo, l’Ufficio di Servizio Sociale per i minorenni di Palermo, l’Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna (Sicilia), il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria per la Sicilia e l’Ufficio Locale di Esecuzione Penale Esterna di Siracusa. Le realtà di natura sociale che hanno preso parte alle attività insieme alla cooperativa sociale Rigenerazioni onlus: Fondazione Don Calabria per il sociale Ets, le associazioni Next – Nuove Energie X il Territorio Ets, Lisca Bianca, Mosaico, Addio Pizzo, Lega Coop Sicilia, le Cooperative Addio Pizzo Travel, l’Arcolaio, Prospettiva Futura e ancora Wonderful Italy srl, Clean Sicily srl e la Confederazione Nazionale della Piccola e Media Impresa. Il cuore del progetto è stato quello di mettere al centro le abilità individuali delle persone in esecuzione di pena, orientandole verso la comunità, attraverso un impatto rigenerante sul territorio, nel quartiere di Ballarò e nel diffuso contesto locale. Ed è proprio nei territori che si è provato a ricucire il patto con la comunità di appartenenza, attraverso attività di giustizia riparativa e restituzioni in aree a rischio di marginalità sociale della città di Palermo (quartieri Kalsa, Cep e Ballarò) con interventi di riqualificazione urbana. Bilancio in positivo nella profilazione e nel bilancio delle competenze delle persone coinvolte: su 250 percorsi previsti ne sono stati realizzati 321. Alla formazione tecnico-pratica, realizzata all’interno del carcere Pagliarelli e all’interno dell’istituto Malaspina, su Facility management, Cleaning e panificazione, si sono affiancati laboratori di narrazione come strumento di eccellenza per promuovere nelle persone detenute l’autostima, la progettualità affettiva e l’identità professionale, elementi necessari a intraprendere un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. Anche i tirocini formativi hanno rappresentato un intervento strategico finalizzato all’inclusione socio-lavorativa di minori e adulti in esecuzione di pena: 22 percorsi avviati con l’obiettivo di trasmettere competenze tecniche e trasversali in settori specifici e agevolare il passaggio alla successiva stabilizzazione lavorativa. Momenti fulcro del progetto sono stati i Jail Career Days, giornate di matching tra detenuti e aziende che hanno visto la partecipazione di oltre cento aziende e altrettanti candidati tra persone detenute ed in esecuzione penale esterna. Nello specifico, 130 aziende attivamente coinvolte, oltre 250 sensibilizzate, 107 persone in esecuzione di pena per un totale di 575 colloqui di lavoro realizzati. «Svolta all’Albergheria!» ha, infine, visto la nascita della struttura ricettiva Casa San Francesco Rooms, all’interno dell’edificio storico di Casa San Francesco, dove è stato possibile avviare percorsi di formazione e tirocini. Gli obiettivi raggiunti in termini di contratti stipulati hanno superato ben oltre gli indicatori e su 8 previsti, sono state assunte 18 persone, dimostrando che il terreno è fertile e che la comunità è pronta a recepire un cambiamento significativo. «Svolta All’Albergheria! ha lavorato sulla connessione di tre macro-sistemi - dichiara Nadia Lodato, coordinatrice del progetto - Sistema Penitenziario, Sistema Produttivo e Sistema Comunità. In un processo osmotico, in cui gli interventi su un sistema influiscono e orientano l’altro, il progetto ha promosso e sostenuto questa comunicazione. L’intervento sui tre macro-sistemi - conclude - ha prodotto una nuova percezione del benessere sociale e del Bene Comune, in cui gli attori coinvolti (persone in esecuzione di pena, imprese, singoli cittadini) continueranno a operare su una collettività accogliente. Un percorso che non può e non deve concludersi qui oggi e che, vista la grande disponibilità di tutti gli attori coinvolti, potrà costituire la base per ragionare su un’implementazione dei processi di inclusione. Siamo solo all’inizio di un lungo cammino».