Come era prevedibile, il progetto di riforma del percorso catechistico a Palermo per i bambini che si preparano ad accedere ai corsi di formazione per ricevere la prima comunione (e adesso in contemporanea anche la cresima) non va giù a tante famiglie: c’è chi ritiene il percorso troppo lungo e difficile da coniugare con le altre attività dei piccoli, alle prese con corsi di lingua straniera, calcetto, danza, teatro e sport vari. «Io sono cattolica - dice una mamma, Maria Carbone - ma ora si sta esagerando. Cinque anni di catechismo per i bambini sono un percorso troppo impegnativo e onestamente non ne capisco il significato, visto che bene o male ripetono sempre le stesse cose. Mica debbono diventare preti e non sarei contraria perché si tratta di una loro scelta. E non bisogna dimenticare che i nostri figli devono fare i compiti...».
Con la nuova riforma che scatterà da quest’anno, nelle 178 le parrocchie dell’arcidiocesi di Palermo tutti dovranno uniformarsi al nuovo programma di iniziazione cristiana che prevede l’amministrazione dei sacramenti del battesimo, della comunione e della cresima.
Il nuovo progetto, voluto dall’arcivescovo Corrado Lorefice, permetterà ai bambini di ricevere la comunione all’età di 10-11 anni probabilmente insieme alla cresima dopo 5 anni di preparazione. I bambini che quest’anno sono al secondo e terzo anno di catechismo potranno fare la comunione continuando settimanalmente a frequentare il corso, mentre quelli di 6 anni che dovevano iniziare quest’anno cominceranno il cammino dal prossimo ottobre 2025. Stessa cosa varrà per i corsi in preparazione alla cresima che sono in itinere e per chi, ricevendo nel 2025 la prima comunione, inizierà il cammino catecumenale. La comune e contemporanea ripartenza col nuovo progetto servirà, tra l’altro, a non creare disorientamento o confusione nei fedeli laici.
Diversificato il percorso catechistico nelle altre due diocesi della provincia. A Monreale nel 2014 è stata avviata una riforma simile per accedere alla prima comunione. «L’impianto è catecumenale con diversi momenti di partecipazione – spiega don Andrea Palmeri, direttore dell’ufficio catechistico – nei momenti forti dell’anno liturgico ovvero in Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua. La durata è quinquennale, oltre a un sesto anno facoltativo di accoglienza. La prima comunione si fa a 10 e la cresima a 12. Previsti laboratori per i genitori e corsi inclusivi per i disabili. Quest’anno per volere del nostro vescovo Gualtiero Isacchi, faremo un cammino di revisione di tale esperienza».
Nella diocesi di Cefalù, attualmente il percorso di formazione dei bambini per ricevere la prima comunione ha la durata tradizionale di due – tre anni. «Il nostro vescovo Giuseppe Marciante quest’anno ha promosso un sinodo diocesano – fa sapere il direttore dell’ufficio catechistico, don Francesco Lo Bianco – nel corso del quale, le varie componenti ecclesiali sono chiamate a pronunciarsi anche sulla formazione catechistica a cui si arriverà entro la fine dell’anno».
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