Palermo

Martedì 22 Ottobre 2024

Ficuzza, una cerimonia a per ricordare l'omicidio del colonnello Russo

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L’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo ha presenziato questa mattina a Ficuzza, nel Palermitano, alla cerimonia in memoria del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo, assassinato dalla mafia il 20 agosto 1977. «È fondamentale mantenere vivo il ricordo di chi, come il colonnello Russo, ha pagato con la vita per garantire un futuro migliore a tutti noi. La sua figura va ricordata con profondo rispetto per il coraggio e l’integrità dimostrati», ha detto l’assessore. «Russo - ha aggiunto il componente della giunta Schifani - non è solo un eroe dell’Arma dei carabinieri, ma un esempio per ogni cittadino che crede nella giustizia e nella legalità. Il suo impegno e il suo sacrificio ci ricordano quanto sia fondamentale continuare a lottare contro ogni forma di criminalità e corruzione». La cerimonia si è svolta presso la stele commemorativa eretta nel luogo dell’attentato, con la deposizione di una corona d’alloro e la lettura della motivazione della medaglia d’oro al valor civile conferita alla memoria del colonnello Russo. «Questa commemorazione - ha concluso Tamajo - a distanza di tanti anni dall’agguato mafioso, ribadisce il dovere della comunità di non dimenticare e di continuare a portare avanti i valori di legalità e giustizia per i quali Giuseppe Russo ha lottato fino alla fine». La cerimonia si è svolta alla presenza del comandante provinciale di Palermo, generale di brigata Luciano Magrini, del sindaco di Corleone, Walter Rà, della figlia del decorato, Benedetta Russo e delle massime autorità civili e militari. Il generale Magrini, nel suo intervento, ha ricordato il colonnello Russo quale eccellente investigatore e precursore nell’attività di contrasto al fenomeno mafioso. L’alto ufficiale ha sottolineato come il colonnello Russo abbia iniziato ad intravedere quella che era la struttura nella quale si sarebbe evoluta Cosa Nostra, un’associazione a delinquere di stampo mafioso che iniziava a guardare alla possibilità di infiltrazione negli appalti, la mafia nella sua dimensione internazionale con un interesse sempre maggiore per il settore degli stupefacenti. L’arcivescovo di Monreale, Gualtiero Isacchi, ha infine recitato una preghiera in suffragio delle vittime.

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