Ricordare l'impresa dei Mille nel 2024: lo hanno fatto coloro che si sono ritrovati al Ponte dell'Ammiraglio di Palermo il 27 maggio. Figure un po’ attempate come gli iscritti al Comitato dell'Istituto per la Storia del Risorgimento. O semplici abitanti della zona che ritornavano sui passi di un cammino percorso negli anni Sessanta, quando si era celebrato il centenario, proprio al Ponte Ammiraglio. O ancora gli studenti delle scuole vicine, il Piazza, il Volta, l'istituto professionale di via Decollati che hanno sentito parlare della vicenda dei Mille dai loro insegnanti. Giovani e anziani per un giorno sotto l'obelisco a riporre un cuscino di fiori accanto a una lapide sbiadita. Il presidente dell'Associazione Maredolce ricorda che il ponte normanno dell'Ammiraglio è la prima tappa del risveglio culturale di corso dei Mille e di Brancaccio: «Il Comune - dice Domenico Ortolano - ci ha assicurato che verranno piantati 10 mila alberi da qui al Castello di Maredolce. Ricomincia adesso il nuovo Risorgimento. Ci sono i fondi per il recupero dell’Oreto, della costa sud a Romagnolo. Un’occasione da non perdere». L’allegra comitiva, lasciata la bussola della memoria, motivata dagli insegnanti del vicino Istituto Alberghiero Piazza, poi si dirige nell’aula magna, dove ad attenderli c'è un collegamento video col direttore del Museo del Risorgimento di Roma, Marco Pizzo, siciliano anche lui, che non manca di illustrare tutti i documenti e i filmati in possesso del Vittoriano sull’impresa dei Mille. Tra gli studenti qualcuno pone delle domande agli storici del Risorgimento in platea: Ma Garibaldi fu aiutato dagli inglesi a Marsala? Ma aveva un orecchio tagliato perché aveva rubato dei cavalli? Ma i picciotti erano davvero tutti motivati idealmente? Qualcuno mormora, altri si guardano in faccia. Gli Inglesi avevano i loro interessi da difendere e d’altra parte furono i primi a impiantare stabilimenti industriali nell’isola dei feudi e dei latifondi. Marsala è capofila di queste riflessioni storiche e l'11 maggio vengono da tutta Italia a salutare i luoghi dei Mille. Vengono in auto, in barca e persino in moto, come quest'anno ha fatto un discendente di Menotti Garibaldi e uno di Crispi. Poi riprendono la tradizione a Salemi e a Calatafimi, dove all'altro obelisco di Pianto Romano c'è ad attenderli il sindaco con la fascia tricolore. Momenti immancabili delle tradizioni locali che si completano con l'omaggio a Gibilrossa degli aficionados di Misilmeri: loro si sentono un po' gli ospitanti di tutta l'impresa visto che Garibaldi e i Mille , prima di rotolarsi d'impeto verso la città (a Palermo o all'inferno, come disse Bixio), diedero vitto e alloggio per alcuni giorni a tutti i 6 mila volontari che La Masa aveva radunato al campo di Gibilrossa. E così ogni anno anche loro al Centro culturale polivalente ricordano quei fatti che hanno reso Misilmeri protagonista nella Storia. Per l'ultima tappa del cammino dei Mille, l'iniziativa intrapresa qualche anno fa dalla pro loco di Monreale, per ripercorrere anche turisticamente i luoghi della Conca d'Oro, a Ponte Ammiraglio c'è proprio Amelia Crisantino ad accogliere i convenuti . Lei è l'ideatrice del Cammino, che in pratica sulle tracce del cronista Pietro Merenda vuol ripercorrere ogni anno il famoso aggiramento, con il quale cui Garibaldi riuscì attraverso le montagne di Rebuttone a far perdere le sue tracce ai 10 mila soldati bavaresi e borbonici che lo inseguivano. Un vero abbaglio, quella presenza dei Mille, che appaiono e riappaiono tra le montagne, come lo ha descritto il regista Roberto Andò nel film che vedremo presto nelle sale. Una vera grande sorpresa per i palermitani del tempo che da giorni tumultuavano per le strade ben sapendo che Garibaldi s'aggirava per i monti e ne vedevano i fuochi accesi nell'oscurità, ma non di presenza. Il 164esimo dell'impresa dei Mille sembra quest'anno carico di incognite per la coincidenza delle elezioni europee : i sindaci di Sicilia, Calabria e Campania sono impegnati in ben altro che ricordare la storia. Al massimo si dirà che tutte quelle vicende sono servite a costruire l'unità europea.