Polo universitario penitenziario di Palermo, il rettore Midiri: «Una squadra di professionisti a supporto dei detenuti»
L’opportunità di studiare e la prospettiva di raggiungere la laurea, come strumento di riscatto, mentre si è reclusi all’interno di un istituto di detenzione. In tre anni il Polo universitario penitenziario dell’Università degli Studi di Palermo ha registrato una cinquantina di iscrizioni, tra immatricolazioni e passaggi ad anni successivi al primo; nove dipartimenti coinvolti e una squadra di orientatori, tutor senior e studenti tutor a supporto degli studenti detenuti. Grazie al rinnovo, presso Palazzo d’Orléans, dell’accordo quadro sui Poli universitari penitenziari, la collaborazione tra la Regione Siciliana e Unipa continuerà anche per il triennio 2024-2027, assieme agli atenei di Catania e Messina (in un secondo momento verrà siglato anche con Enna Kore) e al coinvolgimento del Garante regionale dei diritti dei detenuti della Regione Siciliana, al Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria per la Sicilia e all’assessorato regionale dell’Istruzione e della formazione professionale. «Si tratta di un progetto – spiega il rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri - in cui crediamo moltissimo e che ci ha visto impegnati, negli ultimi anni, con diverse iniziative e numerose azioni di rilievo indirizzate all’eliminazione di ostacoli, economici e sociali, che impediscono il diritto allo studio di persone fragili e vulnerabili e che mirano ad una effettiva realizzazione della concezione rieducativa della pena». I Poli penitenziari universitari in Sicilia sono stati avviati a partire da marzo 2021. Gli istituti penitenziari che hanno aderito sono il Pagliarelli e l'Ucciardone. Nell’ultimo triennio, nonostante le limitazioni imposte inizialmente dall’emergenza sanitaria, si sono registrate una cinquantina di iscrizioni, tra immatricolazioni e passaggi ad anni successivi al primo. L’area di studi più richiesta è stata quella di Scienze agrarie, alimentari e forestali, seguita da Giurisprudenza e Scienze politiche e relazioni internazionali. Registrate anche iscrizioni presso i dipartimenti di Scienze umanistiche, Culture e società, Architettura, Scienze piscologiche, pedagogiche, dell’esercizio fisico e della formazione, Ingegneria e Scienze e tecnologie biologiche, chimiche e farmaceutiche. L’Università degli Studi di Palermo si è occupata anche dell’allestimento di sale dedicate allo studio presso gli istituti di pena, che verranno ulteriormente potenziate grazie all’acquisto di personal computer aggiuntivi, e della fornitura di materiale didattico nonché dell’esonero dal pagamento delle tasse universitarie e della tassa regionale per il diritto allo studio. Impegnati sul campo, inoltre, 2 tutor senior, un avvocato e uno psicologo, e 13 studenti tutor, coordinati dal Centro Orientamento e Tutorato di Unipa, per favorire l’interazione costante tra docenti e studenti detenuti. Quest’ultimi sono stati scelti fra gli studenti dei vari corsi di laurea, per svolgere funzioni di orientamento ai piani di studio, supporto alla pianificazione degli esami, assistenza allo studio e all’elaborazione delle tesi e reperimento del materiale didattico e bibliografico. «Si tratta di una sfida – sottolinea la professoressa Paola Maggio, delegata per i rapporti con gli istituti penitenziari – che il rettore Massimo Midiri ha voluto fortemente incrementare ed ampliare introducendo risorse economiche e impegnando uffici e personale in maniera trasversale. Significativa è stata la recente nomina a consulente per l’orientamento e la gestione del Polo penitenziario al professore Giovanni Fiandaca e l’istituzione di un apposito ufficio denominato ‘Polo Universitario Penitenziario e interventi studenti meritevoli e in condizioni disagiate’ incardinato all’interno dell’area Didattica e servizi agli studenti. A tre anni di distanza, possiamo sicuramente fare un bilancio positivo grazie anche alla collaborazione con la professoressa Beatrice Pasciuta, prorettrice all’Inclusione, Pari opportunità e Politiche di genere per numerose attività correlate». Tra i progetti già realizzati: un innovativo ciclo di seminari sul tema Identità in movimento, che ha visto coinvolti diversi corsi di studi e trenta studenti liberi e detenuti; il progetto internazionale Gap - Project Graffiti Art in Prison, che ha condotto alla realizzazione di un documentario in onda su Sky Arte e un ulteriore accordo siglato con l’ufficio del Garante regionale dei diritti dei detenuti e con il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria che consentirà di svolgere, sotto la guida del professore Mario Varvaro, un’attività di educazione dedicata a soggetti ristretti per l’uso dei documenti dell’Archivio storico di Ateneo e la promozione dei servizi offerti.