Trent'anni insieme, due artisti e una privacy in comune. Scelte sempre condivise? Valentino: Sempre condivise. Per noi la privacy è il primo comandamento. Pensate che nessuno dei due sa niente dell’altro. Salvo: Ma quello è dovuto al fatto che c’è una totale disistima reciproca. Non ci fidiamo di noi stessi. Almeno io non mi fido di lui. Valentino: Onestamente neanche io di lui! Con loro funziona così. Anche le cose più serie, sacre come lo è la riservatezza, Ficarra e Picone le sanno tradurre nella loro inconfondibile lingua. E se si usa l'ironia quelle stesse cose, serie e sacre, rimangono di più, vanno a fondo, si fissano meglio. Forse è la forza della psicologia inversa, sicuro finisce che le tieni a mente, che le converti in positivo, levi loro di dosso quell'aura scura del divieto e si trasformano addirittura in possibilità. Possibilità d'intimità, possibilità di tenersi un po' di vita per sé, possibilità di custodirsi, di non esporsi, di non essere usati, fraintesi, odiati. Sarà per questo che, quando (subito, senza esitare) Valentino e Salvo hanno accettato di essere testimonial del Privacy Tour Messina 2024, hanno scelto di esserci con il registro più congeniale. Per parlare di consapevolezza. Di quanto sia importante non spiattellare tutto il reale dentro al mondo virtuale. Di quanto sia fondamentale fare la differenza tra dentro e fuori, per ragionare sul fatto che “se il privato diventa pubblico allora c'è una parola di troppo... privato!”. E “privato” non è solo una parola, è piuttosto un concetto, un contenitore di cristallo, delicato e trasparente, che si riempie d'esistenza. Per consigliare di usare il cervello prima di vendere l’anima alla rete. Allora per descrivere la segretezza si può scomodare persino “Cesare, il grande conquistatore, che se fosse andato sui social ad annunciare l'invasione della Gallia, quelli se lo sarebbero aspettato e avremmo scritto un'altra storia”. Ad esempio. C’è questo e molto altro nel videomessaggio col quale interverranno in apertura dell’incontro del teatro Vittorio Emanuele. Perciò il presidente Morgante ci ha tenuto a ringraziarli a nome del Gruppo Ses, per il modo in cui “hanno condiviso pienamente e con grande generosità le finalità di sensibilizzazione dell'iniziativa rispetto al valore dei dati personali e all'uso responsabile del web, e hanno voluto impegnarsi per offrire al pubblico un contributo di indiscusso valore con la loro sagace, irresistibile ironia”. Salvo Ficarra e Valentino Picone sono uomini di spettacolo con una vita analogica alle spalle. Sono artisti che hanno vissuto il prima e il dopo, un mondo e l'altro... Vero che i boomer fanno meno fatica a distinguere i piani del pubblico e del privato rispetto ai nativi digitali? Salvo: Non c’è dubbio che oggi il confine tra pubblico e privato sia più labile in generale. Tocca a noi, e a noi soltanto, difendere la propria postazione. Il problema sorge quando, per abitudine, postando più volte al giorno, quel confine non lo vediamo più. Valentino: L’escalation è sempre in agguato, si comincia raccontando al mondo il posto dove si passa la vacanza, si continua con le foto dei propri animali domestici e si arriva alla pubblicazione dei propri “figli domestici”. E il confine è così abbondantemente alle spalle. Il vostro rapporto con i follower? Vi è mai capitato di restare intrappolati nella rete di fan che "pretendono" di infilarsi nella vita degli artisti fuori dal palco? Come si prendono le misure senza perdere consenso? Valentino: A noi non è capitato, forse perché non li abbiamo mai usati per cedere aspetti personalissimi delle nostre vite. Salvo: O forse perché partiamo dalla presunzione che ai nostri fan non gliene frega niente di cosa facciamo nel privato. E poi, se dovessi raccontare cosa fa Picone nella vita privata, ci annoieremmo da morire. Revenge porn, cyberbullismo, sharenting... intelligenza artificiale! Con i figli di oggi come si fa? Salvo: Bisogna ricordare loro che sui social non ci sono gli “amici” veri. Quelli è già difficile trovarli nella vita reale. Tanto che il detto è chiaro: chi trova un amico, trova un tesoro. Sui social troviamo tesori finti. Valentino: Ma lo sforzo in tal senso deve essere comune: famiglia, scuola, mass media. Spesso invece notiamo che per un clic in più anche il giornalismo vende l’anima al diavolo. Voi direte: ma è la democrazia. No! È curtigghiu! Salvo Ficarra e Valentino Picone, il duo comico (siciliano di Palermo) capace di commuovere. Loro che viaggiano in tandem, che si (s)parlano in sintonia. Una coppia di fatto da milioni di spettatori tra teatri e tv, davanti e dietro la macchina da presa. Da quel "Nati stanchi" che nel 2002 aprì loro la strada del cinema all'ultima pellicola, "Santocielo", per parlare d'amore senza sovrastrutture. Passando l'esperienza in serie con "Incastrati" e attraverso il trionfo assoluto de "La Stranezza". Fino all'ultimo lavoro che li vede in questi giorni impegnati sul set. S’intitola "L'abbaglio", racconta la spedizione dei Mille. Ancora una regia di Roberto Andò, ancora con Toni Servillo, ancora in Sicilia. Il prossimo film che "Abbaglio" sarà? Salvo: Sarà un abbaglio bellissimo. E poi il modo di Roberto Andò di approcciarsi alle storie è straordinariamente empatico. Valentino: Noi con Andò e Servillo sfideremmo anche il Brasile del 1970. Cosa deve Salvo a Valentino e cosa viceversa? Salvo: È lui che deve tutto a me! E lui lo sa. Solo che non lo scrive sui social perché attiene alla sua sfera privata. Valentino: È vero! Io debbo tutto a lui, ma non lo scrivete per favore. Mi fido di voi! Insieme siete stati tanto e tanti. Mai immaginato un futuro come singoli? Salvo e Valentino: Come singoli no, ma abbiamo fatto, stiamo facendo e continueremo a fare anche cose singolarmente: regie, adattamenti teatrali o ruoli in altri film. Le prime 3 cose che Salvo farebbe da sindaco di Palermo (naturalmente con Valentino come vice)... Salvo: Non posso dirvelo per privacy. Prima mi votate, e poi forse cominciamo a parlare di programma elettorale. Io faccio solo promesse postdatate!