Questa mattina, martedì 21 novembre, le studentesse del Liceo Umberto I di Palermo hanno interrotto le lezioni per urlare la loro rabbia contro la violenza di genere in ricordo di Giulia Cecchettin. «Oggi in tutte le scuole di Italia si sarebbe dovuto tenere un minuto di silenzio nel ricordo di Giulia, un momento fortemente voluto dal ministro Valditara che pensa basti il silenzio per affrontare il tema della violenza di genere nelle scuole. Invece è proprio dai luoghi di formazione che sentiamo di rompere il silenzio e di fare rumore; come studenti pretendiamo che le scuole diventino il luogo di contrasto alla violenza di genere attraverso l’educazione all’affettività, al consenso e alla sessualità».
Sullo striscione la frase «Non potete zittirci, per Giulia solo rumore». Davanti l'ingresso della scuola il pavimento macchiato di rosso, a simboleggiare il sangue di tutte le vittime di femminicidio. «La scelta del ministro dell’Istruzione e del "Merito" di soffocare nel silenzio la nostra rabbia per le già 105 donne uccise solo quest’anno, è un segnale forte e chiaro: a scuola non vogliono che si parli di violenza di genere.
Il silenzio è una delle armi della cultura patriarcale, un tacito assenso ad una catena di cui il femminicidio rappresenta solo l’estremo e che vede gli uomini sentirsi legittimati nel prevaricare le donne solo perché tali. La violenza di genere è un problema culturale e sistemico e quando come gesto simbolico si sceglie il silenzio, si vuole zittire tutte quelle donne che lottano per se stesse e per tutte le altre che hanno già perso la voce. Lo diciamo forte e chiaro: l’uomo violento non è malato, è il figlio sano del patriarcato. Per Giulia e per tutte le donne offese, stuprate e uccise noi faremo sempre un gran rumore!».
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