I figli adottati da un siciliano omosessuale e dal suo compagno in Inghilterra ora sono «legittimamente» iscritti anche all’anagrafe di Palermo. Con i diritti che questo atto imposto al Comune (l’avvenuta trascrizione nei registri è stata notificata ieri, 15 novembre, agli interessati dal capo area del settore) con una sentenza della prima sezione della corte d’Appello comporta, primo tra tutti quello a cui Giancarlo Campisi teneva di più: ottenere per loro anche la cittadinanza italiana. Il provvedimento firmato dal giudice Giovanni D’Antoni è destinato a fare «scuola» in un ambito molto delicato e controverso: condanna l’Ente a inserire i nominativi di Riley e Dyllan accanto ai cognomi dei due genitori gay, assistiti dagli avvocati Vincenzo Miri e Stefano Chinotti di Rete Lenford, nei registri di Stato civile. Il Comune ed il ministero dell’Interno dovranno pure accollarsi le spese legali, circa 4.500 euro. L’ordinanza mette fine a una lunga odissea della coppia, assistita dagli avvocati tra uffici giudiziari, studi legali e Comune raccontata in esclusiva dal Giornale di Sicilia a dicembre del 2022. I due fratellini adottati nel Regno Unito dai due papà per lo Stato italiano a loro non venivano proprio... nulla. Non contano i parenti, la nonna che li adora, gli amici isolani che gli hanno insegnato il dialetto. La anomala famiglia costituita 10 anni fa con il benestare di carte, bolli, scuola e amici oltre confine in Sicilia è stata solo finora una allegra comitiva in vacanza. Nessun legame riconosciuto all’anagrafe e così i due ragazzi sul passaporto non avevano la doppia cittadinanza. Il Comune non recepiva una serie di norme internazionali che riconoscono automaticamente la trascrizione della adozione fatta in un altro Paese dove vivono nei registri dello Stato civile della nazione dell’altro genitore. Un atto dovuto, come aveva già sancito chiaramente una sentenza di Cassazione ignorata sia dalla precedente che dalla nuova amministrazione. Gli uffici del Comune avevano giustificato il diniego con l’assenza di disposizioni chiare da parte del ministero dell’Interno e così i legali hanno presentato ricorso alla corte d’Appello». Giancarlo Campisi dal ‘97 è capo cabina sugli aerei della British Airways e fa coppia con il compagno Frank, ufficialmente suo partner civile dal 2012: nello stesso anno hanno adottato i fratellini Dyllan e Riley, adesso di 16 e 15 anni. Incoraggiato dal consolato italiano di Londra, ad ottobre del 2020 inizia la pratica di trascrizione dell’adozione in Italia dei due ragazzi. Lo prevede la legge ed è un mero atto burocratico. Da febbraio 2021 tutto però sembrava finito in una palude di carte, leggi e competenze. Nonostante i numerosi solleciti, email, tentativi di comunicazione informali di Campisi, le risposte da parte dell’amministrazione sono state evasive o assenti. Fino a fine ottobre. A sostegno della decisione, i giudici hanno ribadito la sentenza favorevole della Cassazione nel 2021 sulle «trascrivibilità delle sentenze straniere di adozione legittimate da parte di coppie omoaffettive composte da un cittadino italiano e uno straniero residenti all’estero». Anche se la pronuncia della Corte Suprema non «dirime la problematica sulle adozioni, ma segna ulteriori spunti di riflessione sul disomogeneo trattamento delle coppie sam sex residenti in Italia». Nel video l'intervista di Giovanni Villino a Giancarlo Campisi andata in onda nel notiziario di oggi di Tgs