Il palermitano è un tipo strano: o ama incondizionatamente oppure odia con lo stesso vigore. Nel caso del Palermo Marina Yachting o Molo Trapezoidale che dir si voglia, è scattata un’infatuazione da primo appuntamento. Meravigliosa. Perché ieri mattina circa tremila persone si sono riversate alla Cala e nel pomeriggio erano già raddoppiate, e la sera è arrivato il popolo della notte: un flusso continuo, soprattutto famiglie con i bambini e giovani, tantissimi giovani. Chi prendeva il sole, chi immergeva una mano nel lago a sfioro, chi semplicemente passeggiava e commentava, chi correva e chi andava in bicicletta, chi prendeva un gelato e andava a sedersi nell’anfiteatro a guardare il mare. Prove di normalità sostenibile, in un luogo nuovo di zecca. Riappropriazione debita, verrebbe da dire, di un rapporto negato. Tutto un coro, «non pare Palermo», con le inevitabili variazioni sul tema, «sembra Barcellona/Bilbao/Copenaghen» di chi ha viaggiato e si erge a globetrotter; oppure, già più ascoltata, «lo rovineranno subito», e fanno un segno da #machecipossiamofare. Eppure no, al netto dei vigilantes e delle 420 telecamere già attivate, sembra proprio che la città si sia riversata felice in uno spazio che le appartiene. E di cui finora non si è accorta: la sorpresa è tangibile, «ma dov’era quest’acqua?». «Ho visto le immagini ieri in tv, e ho chiesto a mio marito, ma dov’è questo molo? E siamo qui», dice Mariella Calvaruso che si trascina dietro un’adolescente felice di postare reels con la fontana come sfondo. Alistair e Catlheen arrivano dal Canada, stanno facendo un lungo giro in Italia e sono da due giorni in città. «Una città bella - dicono - ma ci era sembrata molto sporca. Poi siamo arrivati qui e non ce ne vogliamo più andare». Mentre parlano, una nave Tirrenia lascia il porto. Dalla banchina partono i saluti. «Guardate i cantieri ragazzi, papà lavorava lì e anche il nonno - dice Giuseppe La Bianca, e mostra in lontananza le strutture metalliche –, finora chi guardava questo litorale vedeva soltanto capannoni, eternit e immondizia». La città è sorpresa, sembra quasi cercare i folletti del buonumore che le hanno costruito un quartiere nuovo sotto il naso, ma nessuno se n'era accorto. Le ragazze che lavorano da Cappadonia riempiono un cono dietro l’altro, «è così da stamattina, addirittura a pranzo le code erano due in contemporanea»; sulle sdraio in legno davanti da Bruno Ribadi ci sono due signori pelle&borchie, fanno parte degli harleysti che hanno lasciato le moto nel posteggio del ristorante di Natale Giunta (che tra un mese prenderà possesso nel nuovo CitySea che guarda il mare) che è un brulicare di auto e scooter nonostante i divieti. «Non si dovrebbe ma non c’è un solo vigile a controllare», dice chi posteggia, e il vigilantes all’ingresso da via Patti (l’altro accesso è da via Cala) annuisce. Il Marina Yachting è invece parecchio controllato dall’Autorità portuale, e oggi si continua a lavorare: non c’è traccia dei resti della festa di venerdì sera, già tutto ripulito, bello lindo, non una cartaccia per terra, i rifiuti nei contenitori, nulla sul prato, un ragazzo con un arpione toglie un kleenex dall’acqua, si stanno sistemando sassi caduti dal contenimento di uno dei bastioni, visto che venerdì notte i ragazzi facevano le «scalate» per arrivare all’acqua. Durerà? Se lo chiede la gente. «Durerà», promette il presidente dell’Autorità portuale, Pasqualino Monti. Il cui nome è sulla bocca di tutti, un signore (si chiama Salvatore) informa fiero che «non è siciliano, ma è comunque del Sud», come dire, «è uno di noi». «Durerà, vedrete, perché i palermitani si meritano questo posto che sarà sempre aperto alla città. Non lo abbiamo fatto per noi, ma per chiunque, è uno spazio pubblico – continua Monti –. E sarà controllato, 420 telecamere già sono installate, i vigilantes saranno aumentati, non faremo gli errori di Sant’Erasmo». Ieri mattina Monti era alla Marina, la gente lo fermava per ringraziarlo, si è assicurato di persona che alcuni visitatori con handicap potessero accedere senza problemi. Lo superano i runners, i ragazzini con i pattini, le biciclette, la fontana Marina è già un trend topic su Instagram e la gente sciama sui «corridoi» accanto all’acqua, facendo a gara per scattare la foto al flusso più alto. «Pare Dubai ed è Palermo», ma la frase è di Teresa Mannino.