Biagio Conte avrebbe compiuto 60 anni, il ricordo di amici e parenti: “Non diventi un santino”
«Non vorrei che diventasse un santino. Biagio è stata una persona molto concreta, molto vera. Lui ha faticato per fare tutto ciò che ha fatto, attraverso digiuni, pellegrinaggi, ritiri spirituali». Suor Fernanda Di Monte ricorda Biagio Conte, morto lo scorso 12 gennaio, nel giorno in cui il missionario laico avrebbe compiuto 60 anni: lo fa sottolineando l’aspetto più importante di Biagio, quello della sua forza e della fede, incrollabile, che lo ha portato a compiere le sue opere più importanti. Ma questo non deve essere motivo di idolatria, «non deve diventare un toccasana - aggiunge - di fratello Biagio ricordo che ciò che mi ha sempre colpito è stato il sorriso. Ma l’ho visto anche arrabbiato. Ha messo a frutto ciò che lui credeva, ha vissuto l’espressione di Gesù nel Vangelo, ‘’ama Dio e ama il prossimo’’. Si muove tutto su questi due punti di riferimento». La chiesa è gremita, ogni fedele e amico che entra passa prima dalla tomba del missionario per un saluto e una preghiera. Tra in banchi, in prima fila, ci sono il padre e la madre, accompagnati dalla sorella, Angela: «Biagio non ha mai voluto nulla per il so compleanno se non preghiera - racconta velocemente la sorella - e questo continuiamo a fare». «Ricordo - dice padre Pino Vitrano, adesso reggente della Missione speranza e carità - che durante il suo compleanno nel 1995 arrivò da noi quello che viene comunemente definito un barbone, che ancora è con noi, Rosolino. Mi disse ‘’vedi Pino, la gioia più grande me l’aha data questo fratello che oggi è venuto qui e noi abbiamo accolto».