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Fiorella Mannoia: «Portare nelle scuole le chat dello stupro»

L’artista: «È il momento di alzare la voce: siamo ad un limite massimo»

Fiorella Mannoia (foto di Luca Brunetti)

«Mi sono interrogata se, dopo aver letto quelle chat, fosse il caso di pubblicarle. ‘Lo faccio, non lo faccio, le pubblico o non le pubblico?’, mi sono chiesta. Ho deciso di pubblicarle nelle mie pagine perché si possa capire a fondo quali sono le motivazioni, se ci sono e non ci sono, che spingono dei giovani a comportarsi in questo modo, ad accanirsi così tanto sul corpo di una donna. Allora ho deciso che forse quelle chat dovrebbero essere portate nelle scuole». Lo ha detto la maestra concertatrice del concertone de La Notte della Taranta, Fiorella Mannoia, a margine della conferenza stampa di presentazione del concerto di domani a Melpignano, in provincia di Lecce, intervenendo sullo stupro di gruppo avvenuto a Palermo ai danni di una 19enne.

«Perché - ha spiegato - un conto è dire ‘hanno violentato un’altra e ci dispiacè, un conto è leggere quello che sono stati capaci di dire loro, che poi saranno le stesse parole che dicono anche gli altri quando succedono queste cose terribili che sono stupri da branco».

«Sul palco della Taranta non dirò quello che sto dicendo ora“ perché «è una serata di festa, però ci tengo, prima di cantare ’Fimmine fimminè, a dire due parole, a sottolineare quello che vi ho spiegato», ha continuato Mannoia parlando ai giornalisti. “Quella canzone si presta perché comincia proprio con ‘donne donne alziamo la vocè ed è il momento di alzare veramente la voce perché siamo arrivati a un limite massimo», ha concluso.

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