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Villabate, il murales dell’artista Andrea Buglisi contro i femminicidi

L’affresco Cielo Drive è stato dedicato a Giovanna Bonsignore, uccisa dall’ex compagno

“Cielo Drive”, un murale di Buglisi contro il femminicido per ricordare Giovanna Bonsignore_“Cielo Drive”, a Villabate il murale di Buglisi contro il femminicido (FOTO GAVER)

Un murales contro il femminicidio. L’opera Cielo Drive è stata realizzata dall’artista palermitano Andrea Buglisi a Villabate, su un muro di via Giovanni Paolo II (prolungamento di via Giulio Cesare, una delle vie principali del paese). Tutto nasce da un’idea del movimento Giovani per Villabate. L’inaugurazione avverrà giovedì 31 agosto alle 18.30.

Nel murales è ritratta una donna che fluttua a pochi centimetri da una bella ma minacciosa pianta di fico d’india. L’aggraziata silhouette è quella dell’attrice statunitense Sharon Tate, barbaramente uccisa nell’estate del 1969, nella sua villa di Cielo Drive, a Los Angeles dai membri della Famiglia Manson, nota comunità hippy criminale della California. L’affresco è stato dedicato a Giovanna Bonsignore, 44enne villabatese impegnata nel sociale, uccisa a colpi di bisturi lo scorso dicembre dall’ex compagno Salvatore Patinella (subito dopo morto suicida).

Lo scorso anno il gruppo giovanile nato a giugno 2022, composto da Erika Vagante, Gianluca Carandino e Serena Giglio, ha proposto il progetto alla cittadinanza. I villabatesi hanno risposto positivamente all’entusiasmo dei loro giovani concittadini. Il murales, infatti, è stato realizzato interamente con i fondi della democrazia partecipata (ovvero il 2% delle somme che la Regione Siciliana annualmente eroga a favore dei comuni siciliana per la promozione di iniziative popolari). Il gruppo ha presentato il progetto Decoro urbano e ambiente e i cittadini lo hanno votato in massa.

«Le spine della pianta di fico d’india – spiegano i ragazzi - per noi rappresentano tutti i no che noi ragazzi dobbiamo sopportare ogni giorno fra lavoro in nero, mal retribuito e condizioni disumane, tutti i sogni in frantumi, tutto ciò che mina la nostra salute mentale, tutte le porte in faccia perché manca la mentalità e a lungo andare ci si accontenta. Quelle spine - incalzano - ce le sentiamo conficcare addosso dall’ignoranza che dobbiamo sopportare e dalle alte aspettative che dobbiamo soddisfare pur non avendo i mezzi (nella narrazione comune, infatti, devono essere sempre i giovani a costruirsi nell’idea di un individualismo dilagante)».

 

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