Il festino di Santa Rosalia, Schifani: «Sicilia terra d'accoglienza, questi momenti la esaltano»
L’età florida di Palermo viene sommersa dalle urla di dolore, dai teli neri dal il grido di aiuto di una città messa in ginocchio dalla peste. Dai Fenici ai normanni, il video mapping proiettato sulla facciata del dell’Ars ripercorre attraverso uno splendido gioco di proiezioni la sofferenza «del secolo buio», come l’ha definito Salvo Piparo durante il suo «cunto» affacciato dal palazzo reale. Prima l’arrivo dei Fenici con le lunghe navi lignee, poi la costruzione di quello che oggi è il parlamento siciliano. L’Ars diventa poi teatro di morte («la peste umilia i corpi, prende i figli e le figlie di Palermo») con l’arrivo di un cavallo scheletrico cavalcato dalla morte, che scocca la sua freccia «immonda» e distrugge tutto. Parte il festino, ora tocca alla Santa liberare la città attraverso gli altri 3 quadri alla fine dei quali verrà supportata da fratello Biagio e Padre Pino Puglisi. Allo spettacolo presenti anche il sindaco Roberto Lagalla, che ha augurato «scelte sagge e illuminate sotto la guida della Santuzza», e il presidente della Regione Renato Schifani, che ha parlato di accoglienza, «come testimonia Lampedusa. La nostra è una terra che ha sempre accolto tutti, dobbiamo evitare lo scontro. Questi momenti esaltano le nostre coscienze, le coscienze dei siciliani». Adesso, «siamo proiettati verso il 400simo» ha chiosato l’assessore alla Cultura Gianpiero Cannella. Nel video le parole di Roberto Lagalla, Renato Schifani e Giampiero Cannella