A Palermo il Pride sfila con i colori della pace: testimonianze di amore e affermazione di diritti
Colori, musica, slogan e originalità al servizio della battaglia per i diritti di tutti. Per le vie del centro storico di Palermo sfilano i carri del Pride, che quest’anno raggiungono quota 17: un numero mai visto prima, «neanche per l’appuntamento nazionale - sottolinea Luigi Carollo, coordinatore del Palermo Pride -. Un segnale di grande voglia di partecipazione dai numeri molto ampi, che nasce dal fatto che la gente ha capito che la comunità Lgbt è sotto attacco nel tema della maternità surrogata, così come le famiglie arcobaleno, i corpi delle persone trans e Palermo, che ha sempre risposto molto bene al Pride vuole essere ancora più vicina». Sono oltre 5 mila i palermitani che hanno imbracciato la bandiera arcobaleno e si sono riversati lungo le strade della città. I temi individuati sono i più vasti, dall’utero in affitto all’aborto e la relativa legge 194, passando dall’adozione gay: «Oggi sfilo per il mio percorso, per difendere la mia bisessualità - racconta Silvia Saia, mentre si tiene per mano con la sua compagna Valeria R., con cui sta insieme da 7 anni -. L’ho scoperta e ora sto con la mia prima compagna. Ci sono ancora moltissime persone che ci giudicano, noi vorremo vivere in Italia la nostra relazione, ma ci viene difficile perché vorremmo dei figli in futuro ma lo Stato non ce lo permette». Il pensiero, però, va inevitabilmente anche al conflitto ucraino, entrato in una fase bollente, così alla testa del corteo campeggia lo striscione «No alle guerre!». Dietro lo slogan, insieme al coordinamento pride, c’è anche l’attore e regista Beppe Fiorello, per la seconda volta madrino della manifestazione: «Sono molto felice di essere qua, torno non per chiudere un cerchio ma per saldare un anello - spiega -. Con Luigi Carolo abbiamo fatto un percorso insieme e, ripeto, sono molto felice di ritrovarmi nuovamente qui. È un momento storico delicato, importantissimo e bisogna partecipare. All’interno del pride ognuno fa le proprie battaglie: bisogna unirle tutte e farle diventare una cosa unica che si chiama diritti civili universali. Per tutti, indistintamente». Il fiume arcobaleno sfila e nella folla si scorgono anche il sindaco Roberto Lagalla, che prova a chiudere la polemica scoppiata con il vice sindaco Carolina Varchi puntando sulla «grande apertura che Palermo ha sempre mostrato verso tutte le sensibilità, che devono essere rispettate e ascoltate, anche quando i pareri o le posizioni possono essere diverse - sottolinea -. L’accoglienza è un dovere e ogni amministrazione, quando si tratta di scelte che investono la sfera personale, deve essere nelle condizioni di offrire la propria attenzione e la propria accoglienza. Una coalizione è fatta di più partiti e quindi quasi prescinde da vincoli politici perché, ripeto, sono situazioni che attengono alla vita personale ed è ovvio che la libertà deve essere un elemento caratterizzante». Interviste a Silvia Saia e al sindaco Roberto Lagalla