«Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà». Parole di Peppino Impastato scolpite ormai nella memoria di ognuno grazie anche e soprattutto al film I cento passi, che la vita di quell'eroe visionario di Cinisi ha fatto conoscere a tutta Italia e anche altrove. Princìpi che possono adesso tornare alla ribalta per merito di un'organizzazione che proprio da una «folle» visione è partita per porre un freno a una pratica antica, di quelle che accetti perché sai che è così. Educare alla bellezza è infatti il titolo delle attività di esplorazione urbana e culturale che coinvolgono ragazzini del quartiere Kalsa di Palermo, lo stesso nel quale Falcone e Borsellino giocavano da bambini. E dove da molti anni Addiopizzo opera per prevenire e contrastare fenomeni di devianza e di disagio sociale. L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto QuattroPuntoZero, che vede l’associazione antiracket e antimafia partner assieme a una rete di soggetti impegnati nel centro storico. Nel contesto del progetto saranno realizzati interventi di valorizzazione del patrimonio culturale attraverso la creazione di una scuola di mestieri e iniziative di inclusione socio educativa.
Il giro turistico organizzato per i ragazzi della Kalsa, a bordo di pullman «di ordinanza», come i... veri turisti che affollano la città, ha coinvolto molto i ragazzini. «Il percorso - scrive in una nota Addiopizzo - nasce dalla necessità di cambiare prospettiva, di oltrepassare i confini di una piazza, quella della Magione, che è gioia e orgoglio, ma che a volte può trasformarsi in un labirinto senza uscita per chi qui cresce e si trova a dover convivere con fenomeni di degrado e di illegalità diffusa».
La prima iniziativa di Educare alla bellezza ha visto la partecipazione di 20 tra bambini e ragazzi che sul bus scoperto, messo a disposizione gratuitamente da Open Artour, hanno esplorato i monumenti e i luoghi più significativi della città: il Teatro Massimo, la Cattedrale, la Cala, piazza XIII Vittime, la chiesa di San Domenico e i mercati popolari. Sono solo alcuni dei luoghi che i giovani della Kalsa hanno potuto apprezzare e scoprire. Poi un passaggio a Monreale dove, dopo la classica visita dell’incantevole Duomo e del Chiostro, è arrivato il momento del pranzo a sacco e di un po’ di relax tra parco giochi e giardino comunale. Da lì, sempre in bus, le Catacombe dei Cappuccini. Qui i ragazzi hanno avuto modo di togliersi la maschera di adulti, riscoprendosi bambini con le loro paure e le immancabili domande.
Obiettivo raggiunto, dunque. «All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso - diceva Impastato -, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione, ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore». Lo stesso stupore dei bambini di fronte alle bellezze di Palermo. Al punto che, conclusa la visita e tornati sul bus, i ragazzi si sono scatenati ed agli organizzatori hanno rivolto una sola domanda: «Quando lo facciamo la prossima volta?».
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