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Palermo, la rinascita dell'Auser dopo il Covid: impegnati nell'invecchiamento attivo

I temi del welfare, del volontariato civico, della promozione sociale, dell’invecchiamento attivo al centro della conferenza d’organizzazione dell’Auser Palermo che si è svolta oggi al circolo Sciascia, di via Nissa 1. In questi giorni si stanno tenendo le conferenze di organizzazione in tutti i circoli Auser, che culmineranno con la conferenza regionale del 16 e 17 maggio a Castelvetrano e la conferenza nazionale del 26 maggio a Roma.

A Palermo l’associazione di volontariato Auser, che promuove l’invecchiamento attivo, nata negli anni ’90 da un’idea di Bruno Trentin, è presente dal 1993 e conta oggi 19 circoli e 4 Università della terza età, con 2.900 iscritti tra città e provincia, (esclusi i comuni del comprensorio Termini, Cefalù. Madonie).

Una fase di riorganizzazione che servirà a fare crescere la “rete” tra le realtà Auser che operano sul territorio. Alla conferenza d’organizzazione hanno partecipato i presidenti del 19 circoli di Palermo ed erano presenti il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario generale Spi Cgil Palermo Salvatore Ceraulo e il presidente Auser Sicilia Giorgio Scirpa.

“La pandemia ha influito molto sulla nostra attività e ha comportato una drastica riduzione del tesseramento anche se i nostri soci nei circoli sono sempre rimasti in contatto durante il lockdown, grazie ai gruppi whatsapp e alle videoconferenze. Con il ritorno delle attività in presenza, abbiamo risalito la china”, dichiarano il presidente e il vice presidente dell’Auser Palermo Vincenzo Cangemi e Adele Cinà. Sono tutte riprese le attività che contraddistinguono il programma dell’Auser: gruppi teatrali e corali, attività motorie e culturali, turismo sociale, i tornei di carte e le serate danzanti i momenti di convivialità.

“L’Auser si trova oggi a fare il bilancio delle attività anche alla luce delle incombenze burocratiche che l’applicazione del codice del Terzo Settore sta comportando e che richiede che i presidenti dei circoli, che svolgono questo ruolo con grande passione e senza alcun compenso, sappiano muoversi tra spid e firme digitali e che abbiano delle competenze informatiche. D’altro canto siamo posti di fronte anche a nuove sfide: la legge di riforma assegna al terzo settore il compito co-programmare e co-progettare assieme ai soggetti istituzionali il welfare nel territorio. Per fare questo ci siamo dati alcuni obiettivi: immettere dentro ai nostri circoli le nuove generazioni, fare formazione perché l’attività progettuale necessita di competenze, rafforzare i nostri circoli e farne nascere di nuovi”. “E’ bene ricordare – aggiungono Cangemi e Cinà - che noi non abbiamo finanziamenti e viviamo esclusivamente di tesseramento, donazioni volontarie e 5 per mille.

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